Cose che ho accettato non so nemmeno io come.
Di sicuro mi ha aiutata molto il fatto di avere tante persone che mi sono state accanto in momenti così difficili.
Ma non è di loro che voglio parlare.
Voglio parlare invece di quelli che io reputavo "amici" e che invece non hanno mai mandato un messaggio né alzato il telefono.
Si capisce da come scrivo, da quello che dico, da quello che faccio e da quello che ho smesso di fare che qualcosa non va.
E' impossibile che le persone che mi sono intorno non se ne siano accorte.
Tuttavia, alcune di loro, ignorano.
Ed io non posso non pensare a tutte le volte che io ho offerto la mia spalla sulla quale poter piangere, a tutte le volte che ho chiesto "cosa accade? io ci sono se vuoi".
E' inevitabile. Io non sono il genere di persona che fa cose per ottenerne altre in cambio, però non ho potuto fare a meno di notare che a me lo stesso trattamento non è stato riservato.
Il premio indifferenza va alla mia amica che ho chiamato in lacrime perché avevo bisogno di sfogarmi e ha pensato bene di sparire per dieci giorni per poi ricomparire con un messaggio su whatsapp (alza almeno il telefono porca puttana!) accampando scuse di ogni genere.
La verità è che le cose degli altri non ci toccano, non son abbastanza importanti.
Impariamo a valutarne il peso solo quando toccano a noi.
Ma quello che io sto vivendo ora non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico.
Nell'attesa che le cose inizino a girare io comincio a tagliare i rami secchi.