I rapinatori di corpi: intervista a Pako Massimo

Creato il 14 giugno 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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Mi chiamo Pasquale Massimo, Massimo è il cognome… scusa questo è un riflesso involontario per tutte le volte che devo specificarlo; comunque i miei mi hanno chiamato Paco fin da piccolissimo, poi a quell’età che vuoi fare il figo ho messo una K al posto della C, tanto figo poi non era però ce l’ho lasciata.

Ci puoi parlare dei tuoi primi lavori e di come si è evoluta nel tuo caso la ricerca del tuo personale stile?
Per la questione dei “primi lavori” non saprei come rispondere, per un fatto caratteriale vivo sempre tutto come il primo lavoro, in ogni caso, per restare “sul pezzo” di questa chiacchierata (i Body Snatchers), la prima uscita ufficiale è avvenuta su una rivista simbolo (almeno per me), quel Frigidaire che da ragazzo ho divorato e che ho raggiunto grazie all’aiuto e al supporto di quel geniaccio di Giuseppe Palumbo. Per lo stile: direi vagonate di fumetto argentino (Breccia padre e figlio, Risso, Zanotto, Gimenez x citarne alcuni), americani (Mignola, Miller, Mazzucchelli anche qui solo per citarne alcuni) e poi Mostri sacri come Pratt, Toppi, Magnus, Battaglia, Moebius… basta adesso altrimenti parte il momento NERD!

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Cover #2 edizione americana

Insegni presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli e sei docente, nonché tra i fondatori, della Scuola Italiana di Comix sempre nella città partenopea. Essere un professionista del settore fumetti ti aiuta nel tuo compito di insegnare e consigliare agli aspiranti disegnatori?
Assolutamente si!

Raccontaci di come è nato il progetto The BodySnatcher. Come è nata l’idea e come sei entrato in contatto con Marco Castagna, sceneggiatore del volume?
La storia dei Body Snatchers è vecchia di quasi 20 anni, dai tempi dell’Accademia (da studente), e fa gruppo con altri due progetti, nati in quegli anni, e altrettanto importanti per me. Marco lo conoscevo da prima che Giuliano mi convincesse a disegnare The Body Snatchers. Avevamo spesso parlato di fare qualcosa insieme e lavorare a questo progetto per GG Studio ci sembrò una buona occasione.

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Cover #1 edizione italiana

Come è avvenuta la divisione dei compiti tra te e Marco Castagna all’interno del progetto?
Diciamo che prima di affrontare The Boby Snatchers eravamo abituati acondividere il processo creativo delle tavole e della storia: il layout nasceva dallo scambio di idee e opinioni e cazzate e lo stesso accadeva per i testi. Questa cosa, questo modo di affrontare il lavoro, non è avvenuta nel caso di The Body Snatchers per vari motivi, tra i quali ha pesato molto la mia mancanza di tempo (per impegni pregressi e contemporanei… insomma la normale follia del lavoro in Italia!). Quindi per voler rispondere alla domanda direi che ci siamo divisi il lavoro in maniera più classica: uno scrive e l’altro disegna.

Il tuo tratto in The BodySnatcher è sicuramente debitore del Risso sudamericano, quello visto su Borderline o VampireBoy. Ci puoi parlare di tutte le tue influenze artistiche e soprattutto della relazione che ti lega al disegnatore argentino?
A volte mi rendo conto di essere sopratutto un lettore di fumetti. Tendo a leggere prevalentemente quelli che mi piacciono e me ne piacciono tantissimi e tanto diversi tra loro… quindi di influenze ne ho a quintali! Risso come Mignola tradiscono la mia tendenza grafica anche se, onestamente, sto provando a mediare il prodotto finale con qualche mezzotono (perlomeno è quello che accade ai miei ultimi disegni); in ogni caso, al di là della resa finale, la matita rimane sempre grafica e spigolosa.

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Layout tavola aggiuntiva per il primo numero dell'edizione americana

Mi hanno molto colpito nel secondo volume le tre tavole dipinte, dove dai sfogo a quelli che credo siano i tuoi riferimenti citazionistici preferiti. Parlaci di come ti è venuta l’idea di inserire queste atmosfere oniriche all’interno di un fumetto tutta azione quale The Body Snatchers.
Prima di tutto devo ringraziare Marilina Ricciardi e Rosaria Iorio che sono le autrici (in rigoroso ordine di apparizione) delle belle tavole in questione. Le atmosfere oniriche ci servono per spezzare la narrazione caotica, per creare un break e provare a raccogliere le idee e poi riprendere con le “mazzate”!

Il genere fantascientifico, l’ombrello a cui anche The Body Snatchers è riconducibile, si lega spesso a doppio filo a denunce sociali, a un modo di guardare ai problemi di oggi attraverso la lente d’ingrandimento di un futuro lontano e distopico. La scelta di ambientarlo a Napoli (chiamata ecumenopolis nel fumetto nda) si può ricondurre effettivamente ad una voglia da parte tua di denunciare i gravi problemi che oggi affronta il capoluogo campano, come l’emergenza rifiuti o la cronica lotta alla criminalità organizzata e non?
D’accordo con te sulla fantascienza (di un certo tipo almeno) che a volte diventa strumento di denuncia, ma nel caso di The Body Snatchers la scelta di Napoli è assolutamente slegata da qualunque denuncia o messaggio sociale (almeno questo era e rimane il mio intento, poi se qualcuno ci vede altro…)

Credi che l’entertneiment, visto nel suo insieme di prodotti mediali quali fumetti, videogame, romanzi, telefilm e quant’altro, oltre a dover obbligatoriamente intrattenere il suo pubblico, ha anche una valenza di sensibilizzazione e di informazione, e quanto questo lato è sfruttato ad oggi?
Non lo so, posso dirti che sicuramente non deve dare messaggi “volutamente” distorti o creare confusione nella comunicazione di quei valori, inevitabilmente presenti quando impersoni un altro “TE” muovendoti “buono” tra i cattivi lungo una trama o una storia. In ogni caso il “frainteso” e la soggettività sono sempre in agguato… quindi l’argomento è spinoso…

> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="257" alt="I rapinatori di corpi: intervista a Pako Massimo >> LoSpazioBianco" class="size-medium wp-image-30303 alignright" />Il modo di narrare in The Body Snatchers si ispira al mondo dei videogame: dialoghi brevi, codici matematici, scene di azioni lunghe e dalla costruzione complessa. E’ solo una sensazione oppure avete tratto spunto dal modello narrativo dei videogiochi per questo lavoro?
BOH! Mi piace molto giocare e non faccio molta distinzione che si tratti di World Of Warcraft o lo scopone scientifico, sono giochi, con scopi e modalità diverse, ma pur sempre sanissimo intrattenimento! A questo aggiungi che sono un maniaco degli action movie… insomma credo che tutto questo abbia influito non poco in alcune scelte narrative di The Body Snatchers!

Quali sono i tuoi piani per The Body Snatchers? Per ora sono usciti 2 volumi, ci sono altri progetti per il suo proseguo o credi che sia una storia che ha già raccontato quello che voleva e doveva?
Uscirà il terzo volume che chiude questo ciclo, poi si vedrà. Nel frattempo GG Studio sta pubblicando The Body Snatchers in America (con la distribuzione della Diamond). E’ uscito il primo volume e stiamo chiudendo l’adattamento del secondo e via così fino al sesto.

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Quali sono i pro e i contro di lavorare in una realtà come il GGStudio, casa editrice ambiziosa ma logicamente minore rispetto a colossi quale Bonelli? Magari maggiore libertà contrapposta ad una minore sicurezza economica?
Mi piace sempre provare ad essere sincero (ci sono casi in cui è più complicato…), mr.G mi ha sempre messo a mio agio, è stato spesso molto accondiscendente e, cosa vitale, mi ha lasciato libertà assoluta nelle scelte legate a The Body Snatchers. Quando era di parere diverso me l’ha fatto notare con garbo… insomma non è che mi possa lamentare no?!? Per l’altro aspetto, ti dico che anche in quel caso non posso lamentarmi.

Quali sono invece i tuoi progetti personali per il futuro? Continuerai la collaborazione con GG Studio? Cos’altro bolle in pentola?
Di sicuro sono con GG Studio fino alla conclusione del terzo volume, dopo vediamo cosa arriva.

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Riferimenti:
GG Studio: www.ggstudiodesign.com


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