I ricordi non bussano

Da Carlo Deffenu


Ieri sera, la serata di presentazione in carcere del libro I RICORDI NON BUSSANO è stata emozionante e intensa. Più di quanto io, cinico schifoso, potessi ipotizzare in uno slancio di ottimismo. 

La sfiga stava tramando contro di me: dopo 6 anni di Fiesta (intesa come macchina), la batteria ha deciso di mollarmi proprio ieri pomeriggio quando sono uscito di casa per raggiungere Sassari e poi partire per Nuchis con un amico libraio e un nuovo volontario che collabora per il corso di scrittura creativa.
Prova e riprova la macchina non ne voleva sapere di mettersi in moto. Fermo come un idiota sotto la pioggia cerco di trovare una soluzione. Alla fine tento con l'elettrauto. Riuscirò a partire per tempo? Il cavaliere delle batterie morte arriva in motorino con un k-way per ripararsi dalla pioggia. Apriamo il cofano, sistema i cavetti di una valigetta portatile e... girando la chiave, la macchina si mette in moto con un ruggito. Sono le 16:20. Avviso i colleghi e parto. Insomma, tra batteria rianimata e pioggia a catinelle (per non parlare delle curve per arrivare in carcere) ci fermiamo davanti al cancello giusto in tempo per la presentazione.
Partono i controlli. L'amico libraio si è dimenticato carta d'identità e patente nella sua macchina. Io e l'altro volontario passiamo oltre e lui, invece, viene bloccato per far partire un'altra procedura per capire se è proprio la persona che dice di essere (la sua faccia da talebano può aver spaventato le guardie... forse!). Emoticon smile
Entriamo nella struttura. Altra verifica. Lasciamo i documenti nella guardiola e passiamo oltre il metal-detector.
C'è già la stampa che intervista la direttrice e Giovanni Gelsomino che ha curato il romanzo fino a farlo diventare un libro di carta.
Io manco da parecchi mesi. Esattamente da aprile quando ho iniziato a lavorare in ristorante. Quindi, per me, è una vera botta di adrenalina entrare nella sala del teatro (eh sì... in carcere c'è anche un teatro con tanto di palcoscenico, sipario e impianto audio e luci) e ritrovare i miei "alunni".
Siamo saliti sul palco io, Federico Piras e Giovanni insieme alla direttrice e a una giornalista de L'Unione Sarda. La Nuova Sardegna latitava... "tanto per cambiare" direbbe qualcuno. Ma noi no... che siamo buoni e non pensiamo mai male. Noi.
La presentazione inizia. Tutti parliamo brevemente di cosa ha rappresentato per noi il corso e io, a modo mio, cerco di mettere insieme dei concetti e dei pensieri con un senso logico (non sempre mi viene facile). Poi tocca agli alunni - i veri protagonisti della serata - e qui arriva la nota dolente per il mio cinismo cronico. Eh sì, bella gente, mi sono emozionato in più di un passaggio e guardandoli e ascoltandoli mi sono ricordato ancora una volta di quanto gli ho voluto e gli voglio bene a questi testoni rompiballe.
Ora il libro esiste. Costa solo 10 euro. Ma vale molto, molto di più. Pensateci. Io, nel mio piccolo, ho fatto la mia parte.


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