Guardian e Observer nel tardo pomeriggio di ieri hanno annunciato la strategia per il futuro prossimo venturo riassumendola in “digital first”.
La notizia ha subito fatto il giro del mondo. Al momento della redazione di questo articolo i commenti di maggior interesse, a mio avviso, sono da parte di: GigaOM, Strange Attractor, Martin Cloake, The Corsair, e The Media Blog. Opportuna anche la visione del grafico realizzato da Malcom Coles.
In buona sostanza i due maggiori responsabili di Guardian News & Media, Alan Rusbridger e Andrew Miller, hanno delineato la strategia per i prossimi cinque anni del gruppo editoriale al quale fanno capo Guardian ed Observer annunciando un cambio in termini di filosofia di approccio e di organizzazione che trasformerà la media company da una basata sulla carta stampata ad una la cui filosofia, e pratica, si fonderà, appunto sul digital first.
Sarà ovviamente necessario attendere che l’annuncio si trasformi in pratica per poterne analizzare a fondo l’impatto effettivo ma è indubbio che si tratti di una vera e propria rivoluzione.
Vi sono degli aspetti che mi pare siano stati tralasciati, o quantomeno non adeguatamente evidenziati, forse perchè ingannati dall’accento posto sul digitale, che mi pare interessante ed opportuno riprendere.
In sintesi:
- In primis è opportuno rilevare come l’analisi dei comportamenti dei lettori abbia guidato la scelta. Oggi il lettore [credo non solo del Guardian] consulta le “notizie fresche” al mattino dalle fonti online e successivamente approfondisce quelle di maggior interesse nella versione cartacea. E’ in quest’ottica che va interpretata la scelta che infatti trasformerà l’edizione stampata in una versione dedicata maggiormente alle analisi e agli approfondimenti.
- La decisione, finalmente, attribuisce a ciascun mezzo un ruolo definito e realizza concretamente la tanto auspicata [anche in questi spazi] convergenza editoriale.
- Le possibilità e le prospettive del Guardian, con 50 milioni di utenti unici mensili nell’edizione on line [dei quali il 25% dagli USA], non sono quelle di altri che non hanno, ed in specifico riferimento al nostro paese mai avranno, una tale base di riferimento.
- Non solo digital ma anche, o forse soprattutto, open è la filosofia del Guardian. [vd]
- Come giustamente rileva Miller, in un momento di crisi attendere, non fare nulla non è un opzione
- Le revenues, i ricavi attesi in prospettiva dal digitale non si basano soltanto sugli investimenti pubblicitari ma sono fondati su 10 aree distinte per generare degli introiti.
Diceva Diego Armando Maradona che i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli, non siamo oggi in grado di tirare le somme della scelta del Guardian ma dobbiamo certamente riconoscergli il valore concettuale ed il coraggio della stessa.