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I Segreti di Osage County: quello che le donne non dicono – Recensione

Creato il 27 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

27 gennaio 2014 • Recensioni Film, Vetrina Cinema

Se un attore è la sua entrata in scena, Meryl Streep non ha rivali. Ci si chiede perché si ostinino a candidarla ancora agli Oscar, basta attendere il primo istante in cui compare di fronte alla macchina da presa per averne eloquente risposta. Barcollante, sfrontata, instabile, in Osage County di John Wells firma sin dal suo ingresso l’ennesima incredibile performance. E’ una fumatrice incallita con il cancro alla bocca, una moglie stanca e annoiata dalla vita, una madre vulnerabile e feroce che ama lanciare le sue atroci verità in faccia alle figlie. Figlie che tornano, perché esistono dei momenti, nella vita, in cui la famiglia chiama e non puoi non rispondere.

Lo sa bene il personaggio interpretato da Julia Roberts, una donna come tante, di quelle ribelli e rompipalle, che sembra abbiano sempre qualcosa da dire e da insegnare, in realtà non vedono l’ora di lasciarsi andare e respirare a pieni polmoni boccate di speranza. Colpisce la forza introspettiva con cui vengono descritte loro due e gli altri componenti di una famiglia sui generis: tre figlie in cerca di soluzione sentimentale (una, la Roberts, separata da Ewan McGregor; l’altra, innamorata del parente Benedict Cumberbatch; la terza, Juliette Lewis, abbonata agli uomini inaffidabili), una zia (Margo Martindale) che dietro alla sua baldanzosità cela un segreto, una nipote adolescente (Abigail Breslin, che cresce in fretta) che nei silenzi comunica il suo disappunto verso il delirante mondo degli adulti.

I Segreti di Osage County

I Segreti di Osage County

La genialità del film sta nel non fare altro che raccontare le amare conseguenze del ritrovarsi, tutti, in un nido mai sentito davvero come tale: con una parrucca nera con cui ricorda la visceralità della Magnani, Meryl Streep a capotavola inaugura una delle sequenze più memorabili di sempre. E liberatoria: racconta tutto ciò che a tavola con i parenti avremmo sempre voluto dire e fare, senza mai avere il coraggio di scoperchiare il calderone del rispetto della forma e dei ruoli.

“Sono solo una che dice la verità: ma molti si sentono minacciati dalla verità”. Un film i cui dialoghi valgono tutto, non a caso sono scritti dal premio Pulitzer Tracy Letts, autrice della piéce teatrale August: Osage County da cui è stato tratto il film, prodotto tra gli altri da George Clooney e Grant Heslov. Scrittura e performance clamorose: un binomio d’eccezione per un’opera che ben racconta quello che le donne non dicono. E magari affidano a nostalgici sguardi persi nelle praterie dell’Oklahoma.

di Claudia Catalli per oggialcinema.net

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