Messico. È uscito da qualche settimana il libro-reportage Los señores del narco (Editorial Grijalbo). È il risultato di una dettagliatissima investigazione durata un lustro a cura di Anabel Hernández, una coraggiosa giornalista messicana che, scavando nel sudiciume, ha messo in luce i vincoli tra classe politica e narcotraffico messicani e denunciato la corruzione e la concussione di varie autorità.
In particolare, la Hernández ha analizzato la politica dell’attuale presidente, Felipe Calderón, e del suo predecessore, Vicente Fox, palesemente a favore del cartello di Sinaloa del latitante Joaquín Guzmán Loera, detto il Chapo, a scapito di tutti gli altri cartelli locali.
Vicente Fox è accusato di aver ricevuto dal Chapo una megatangente di oltre venti milioni di dollari a cambio della sua libertà: il Chapo, che è indubbiamente il maggior capo messicano e, a detta della rivista “Forbes”, uno degli uomini più ricchi del mondo, è infatti evaso dal carcere di massima sicurezza di Puente Grande (Jal.) nel gennaio 2001, a pochi giorni dall’arrivo di Fox alla presidenza.
Felipe Calderón, invece, si sarebbe incaricato di togliere di mezzo i principali concorrenti del Chapo, scatenando una guerra sanguinaria che ha già mietuto più di 28 mila vittime negli ultimi quattro anni.
Anabel afferma inoltre che l’ex Ministro degli Interni, Juan Camilo Mouriño, il cui elicottero si è inspiegabilmente schiantato su Città del Messico il 4 novembre 2008 causandogli la morte, stava trattando direttamente con vari capi del narcotraffico; in realtà avrebbe subito un attentato e non un incidente, come le autorità hanno voluto far credere.
I “signori del narco” sono descritti come degli uomini ignoranti, che sono diventati potenti e intoccabili grazie all’appoggio e alla complicità di imprenditori, banchieri, politici e funzionari di polizia.
Ovviamente la giornalista ha già ricevuto diverse minacce di morte e non gode di nessuna protezione da parte del governo federale. Una gola profonda nel Ministero Nazionale per la Pubblica Sicurezza l’ha informata che alcuni funzionari pubblici starebbero pianificando il suo omicidio facendolo sembrare un incidente da scontro automobilistico, sequestro o rapina. A seguito della denuncia pubblica presentata lo scorso venerdì dalla giornalista , il governo (di sinistra) di Città del Messico ha deciso di assegnarle la scorta negatale dal governo federale.
L’associazione italiana “Libera” ha formalmente chiesto all’Ambasciata del Messico in Italia protezione e sicurezza per la giornalista.
In un paese come il Messico, al primo posto a livello mondiale nella classifica di omicidi di giornalisti, temere per l’incolumità di Anabel Hernández risulta più che giustificato.
Di Clara Ferri
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