A Venezia, in occasione di Green Week, la settimana dedicata alla sostenibilità, i primi cittadini delle principali città italiane hanno lanciato la campagna “Mille sindaci a spreco zero”. Il 60% degli italiani getta il cibo almeno una volta alla settimana, e il 48% lo butta nella spazzatura
“Il 6% delle famiglie”, ha detto ancora Zanonato si trova in condizioni di disagio alimentare e fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Nel contempo, secondo stime della Commissione europea, in molte altre lo spreco nel frigorifero di casa si può ridurre del 60%. La “Carta Spreco Zero” ci aiuta a ottimizzare le risorse e a porci con maggiore competitività sul piano internazionale: dobbiamo tornare a un’economia circolare”.
Ed è proprio l’economia circolare, quella dove non esistono nè scarti, nè disoccupati, uno dei punti fondamentali della “Carta a spreco zero”, firmata dai mille sindaci. Come vivere senza sprecare, lo spiega Andrea Segrè, professore ordinario di politica agraria internazionale e comparata e direttore del Dipartimento di scienze e tecnologie agro alimentari dell’Università di Bologna, nel suo libro “Vivere a spreco zero” (Marsilio Editore). Tra le teorie del professor Segrè, anche fondatore e presidente di “Last Minute Market”, spin off accademico diventato eccellenza europea, promotore della campagna europea Un anno contro lo spreco 2013, il risparmio dell’acqua, degli acquisti, dell’energia e la riduzione dei rifiuti. Ridurre si può, almeno secondo Andrea Segrè, e si può farlo partendo dal carrello della spesa. “Fare la spesa a stomaco pieno senza vivere il frigorifero come un magazzino”, spiega Segrè, “è un modo per evitare di riempirci il carrello di cose inutili”.
Una tendenza confermata anche dai dati presentati a Green Week dall’Osservatorio internazionale contro gli sprechi, attivato dall’Università di Bologna: il 60% degli italiani getta il cibo almeno una volta alla settimana, e il 48% lo butta nella spazzatura. Da un primo sondaggio su 2 mila italiani, emerge che nei Paesi più ricchi la maggior parte degli sprechi avviene a livello domestico (lo 0,96 del Pil) e che il 60% potrebbe essere evitato. Oggi il valore dello spreco è pari a 15 miliardi di euro all’anno, e 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono perse e sprecate ogni anno nel mondo. Una contraddizione nelle economie occidentali, che soffrono una delle più grandi crisi economiche nella storia.
Del resto, basta fare un giro per i mercati delle città italiane e accorgersi di come, a fine giornata, insieme agli spazzini ci sono tante persone – non più soli anziani – che raccolgono la frutta e la verdure abbandonate dagli ambulanti.
I sindaci che ultimamente “ci mettono la faccia” per lanciare messaggi (ricordiamo lo spot de Le Iene contro il proliferare delle slot machines nelle città) dovrebbero partire anche da qui.