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I sindaci del Gargano vogliono ancora cemento e dicono no al Piano Paesaggistico della Regione Puglia

Creato il 14 settembre 2013 da Crono @Amaraterramia
I sindaci del Gargano vogliono ancora cemento e dicono no al Piano Paesaggistico della Regione Puglia Una volta ottenuto il successo in questa fase e messo in moto il meccanismo della confluenza per abitudine, imitazione e conformismo sociale, la natura non serve più, e può tranquillamente essere distrutta per aumentare la capacità ricettiva del luogo, diventato ormai di moda.
Succede la degradazione e il declassamento, ma tutto è previsto. Da luogo di èlite se ne fa luogo per classi medie, conservando alla nuova clientela l’illusione che l’accedere a quel santuario, una volta intangibile, rappresenti un gradino nella scala sociale.
Quando nemmeno questo tipo di adescamento funziona più, la speculazione turistica si ammanta di demagogia, e diventa sostenitrice del turismo di massa. A conclusione del processo, il capitale ha dato il suo frutto, valori naturali irrecuperabili sono andati distrutti, nessun fine sociale è stato raggiunto, e resta un ambiente totalmente squalificato, una verminaia caotica, fonte di infelicità, disagio e infinita alienazione.
Carattere saliente di questo tipo di insediamento è la corsa ad arraffare la prima linea, cioè la fascia immediatamente prospiciente il mare, quindi l’esclusione degli altri dal suo godimento, la rottura della continuità tra spiaggia e entroterra (accentuata dalle strade litoranee), la riduzione della godibilità dell’insediamento a due-tre mesi all’anno, con parallela riduzione sia nello spazio che nel tempo del reddito economico, la distruzione della potenzialità turistica dell’intera zona.

da Il Mare proibito (scritto nel 1964)

I sindaci del Gargano vogliono ancora cemento e dicono no al Piano Paesaggistico della Regione Puglia

Uno dei tanti sequestri sul Gargano

Quando ho letto questo articolo ho provato sensazioni che non sentivo da un po'...i sindaci "della comunità del parco" (perchè ricordiamoci ogni tanto che siamo in un parco nazionale) dicono che il Piano Paesaggistico, una delle maggiori innovazioni portate dalla Regione Puglia negli ultimi anni, è un Piano calato dall’alto che non tiene conto della vocazione del territorio.
In particolare il sindaco di Peschici Franco Tavaglione dichiara:
-Il timore che se venisse approvato sarebbe la fine del nostro territorio
L’orografia del Gargano è nota, significherebbe la morte totale. propongo l’innalzamento al 30% del limite. 

-Perchè terreni classificati come agricoli o uliveti debbono essere invece classificati come bosco e sottoposto a divieti che riguardano i boschi veri?
-il nuovo Piano ripristina la totale non edificabilità nei 300 metri dal mare ex legge Galasso. Oggi le norme attuali nei 100 metri è invece possibile innalzare strutture balneari. Come la mettiamo con i paesi costieri? Il Gargano si sa ha chilometri di spiaggia. Equivale ad uccidere una intera economia. Ma comunque – chiosa Tavaglione – il termine per le osservazioni è stato prorogato al 2 novembre”.
E qui finiscono le dichiarazioni del sindaco (per fortuna)...insomma, secondo il sindaco l'economia del Gargano si deve basare sull'edilizia.

I sindaci del Gargano vogliono ancora cemento e dicono no al Piano Paesaggistico della Regione Puglia

Torre Gattarella, 500 anni di storia circondati da villette

In sostanza il problema per i cementificatori (o sindaci) è che il Piano stabilisce che in un territorio caratterizzato da oltre il 20% di pendio non si può edificare, quindi niente più hotel, niente più villette etc..
FORSE I SINDACI DEL GARGANO NON SI ACCORGONO CHE IL GARGANO NON HA BISOGNO DI ALTRE COSTRUZIONI, SEMPLICEMENTE PERCHE' LA GENTE VA VIA (OLTRE AL FATTO CHE DOBBIAMO PRESERVARE L'INTEGRITA' DEL TERRITORIO) E ABBIAMO GIA' DECINE E DECINE DI EDIFICI VUOTI.
SE POI VOGLIAMO PARLARE DI RICAMBIARE I VOTI DELLE ELEZIONI ALLORA I CONTI TORNANO (PER LORO).
E intanto abbazie a altri beni culturali (potenziali attrazioni turistiche...si parla di economia, no?) vanno in rovina....
ps Anche sul restauro dei beni culturali ci sarebbe economia per le imprese edili (ovviamente altamente specializzate)



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