"I sogni cattivi di Firenze" è la naturale continuazione del precedente romanzo dell'autore "Le rose nere di Firenze": difficile leggere questo libro e comprendere a fondo certi passaggi della storia, cogliere certe sfumature nei fatti e nei personaggi se non si è letto il primo.
che riguardava un'inchiesta della Squadra Mobile di Firenze, comandata dal commissario Ferrara, su una sequenza di omicidi (violenti, secondo un rituale , senza nessun movente apparente e senza nessun indizio che suscitano l'indignazione dei cittadini che non si sentono protetti dalla legge.
Un'indagine che aveva portato Ferrara ad imbattersi per la prima volta nella loggia segreta della "Rosa nera". Indagine che culminava con l'incontro scontro con l'enigmatico killer Berghoff.
Questa nuova indagine inizia con un cadavere eccellente, anzi due: l'ex senatore Enrico Costanza ucciso nella sua villa fuori Firenze, assieme al suo maggiordomo, a fine agosto 2004.
Ucciso e lasciato dentro la vasca, senza occhi: come a voler lasciare a qualcuno un segnale preciso su chi era il morto.
Caso che ovviamente colpisce l'opinione pubblica, ma anche per gli ovvi riflessi politici, i vertici della polizia a Roma.
I quali decidono di affiancare agli uomini di Ferrara (il suo vice Federico Rizzo e l'ispettrice Teresa Micalizi, una seconda squadra di investigatori dello Sco.
L'indagine porterebbe in una direzione ben precisa: i legami del morto con la massoneria. Ancora una volta Ferrara si imbatte ne "La rosa nera": una loggia segreta e potente che gode di protezioni molto in alto, sia all'interno della magistratura che nei vertici del suo stesso corpo. Per non parlare di quell'amalgama oscure che mette assieme professionisti della sua città, con uomini politici.
E ancora una volta, questa loggia muoverà le sue leve per ostacolare l'inchiesta della polizia: inchiesta che è resa ancor più difficoltosa perchè arriveranno altre morti. Ma è come se ci fossero due assassini in circolazione: il primo, che si fa chiamare Genius (dal video che ha fatto arrivare agli inquirenti) e che sembra voler seguire un suo diabolico e oscuro piano di vendetta.
E poi qualcun'altro, legato alla loggia, che sta uccidendo testimoni pericolosi che sanno qualcosa di questa entità.
Molto bello il piano di lettura che Giuttari riesce a dare al racconto: le difficoltà nel dover proseguire le indagine pur sapendo dei rischi che si incorre nel seguire la pista della massoneria. Il doversi rapportare a certi superiori, come il suo questore, come il capo della polizia che hanno fatto carriera semplicemente coltivando buone relazioni con le persone che contano (ma questo è un romanzo, no?).
Ma nonostante questo, l'ostinazione della squadra di Ferrara, arriverà molto vicino al killer, e anche alla Loggia.
Da quello che si capisce leggendo il finale, dobbiamo prevedere un terzo romanzo della saga, che chiuda la trilogia della Rosa.
"Era tempo di spingersi alla radice di quella lunga scia di sangue.
Era tempo di strappare dalla terra quella maledetta Rosa Nera".
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Technorati: Michele Giuttari