I sogni del mondo sommerso

Creato il 14 luglio 2015 da Mcnab75

Più tardi, quella notte, mentre giaceva addormentato nella sua cuccetta al laboratorio biologico e le acque scure della laguna si muovevano pigramente tra i resti della città sommersa, Kerans ebbe il primo sogno.
Era uscito dalla sua cabina e si era incamminato sul ponte, guardando il disco nero e luminoso della laguna che si stendeva oltre il parapetto. Dense nubi di gas opaco mulinavano nel cielo a soltanto poche centinaia di metri di altezza. Attraverso quelle nubi, Kerans poteva distinguere la sagoma di un sole gigantesco. Ardendo da lontano, l’astro inviava raggi morti e pulsanti sulla laguna, accendendo per un attimo le alte rupi di pietra calcarea che avevano preso il posto delle facciate bianche degli edifici.
Riflettendo quei lampi intermittenti, il profondo catino d’acqua emanava un bagliore diffuso e opalescente, la luce riflessa da miriadi di minuscoli animali fosforescenti che si spostavano aggregati in densi branchi, come una successione di aloni sommersi. Tra i banchi, l’acqua era ispessita da migliaia di serpenti e anguille avvinghiati quasi l’un l’altro a lottare in nodi frenetici che spesso rompevano la superficie della laguna.
Mentre il sole immenso pulsava sempre più vicino, colmando quasi l’intera volta del cielo, la densa vegetazione lungo le rupi calcaree si scostò bruscamente, rivelando le teste nere e grigiastre di enormi lucertole triassiche.

Questo è un breve estratto da Il Mondo Sommerso, di J.G. Ballard, pubblicato nel 1962 e tradotto inizialmente per il mercato italiano col titolo Deserto d’Acqua.
Uno dei migliori romanzi ballardiani di sempre, The Drowned World ci presenta un futuro post-apocalittico in cui l’innalzamento delle radiazioni emesse dal sole ha portato allo scioglimento dei ghiacci, trasformando gradualmente l’Europa e il continente nordamericano in un enorme mondo sommerso (appunto), fatto di lagune, di acquitrini e di mari popolati da una flora al contempo nuova e antichissima.

Oltre alla struggente bellezza di un mondo sommerso, che Ballard riesce a descrive quasi al netto della tragedia globale rappresentata dall’allagamento di buona parte del mondo occidentale, Il Mondo Sommerso è caratterizzato da un’atmosfera (a tratti) onirica impareggiabile.
Un esempio in questo senso è dato proprio dal passaggio che cito in questo post. I sogni che fa Kerans, uno dei protagonisti del romanzo, si rivelano essere dei riflessi dell’inconscio collettivo, una sorta di eredità di tempi remoti, in cui l’essere umano non esisteva nemmeno come forma di vita, e il mondo apparteneva a rettili e anfibi. Eppure quella memoria onirica è ancora lì, da qualche parte, ed emerge dal momento in cui il pianeta torna ad assomigliare a com’era centinaia di migliaia di anni fa.

Tema, quello dei sogni presi dall’inconscio collettivo, che ho a mia volta adottato per Zona Z e per Evento Z (parlo ovviamente dei sogni sui morti viventi che saturano – in forma di sciame – lo spazio profondo; chi ha letto i due ebook sa a cosa mi riferisco).

La lettura de Il Mondo Sommerso è indispensabile per chiunque voglia scrivere storie post-apocalittiche cercando di sganciarsi dai soliti schemi.
Inoltre Ballard è sempre una garanzia. Nel 1962 – anno di nascita di questo romanzo – appariva più moderno di tante cose uscite dal 2000 in poi.

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