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I sogni segreti di Walter Mitty: un sottile esame di coscienza

Creato il 08 gennaio 2014 da Exnovomen

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Vi è mai capitato di sognare ad occhi aperti? Fantasticare su possibili avvenimenti bizzarri che vi vedano protagonisti in un futuro inverosimile? Sogni di grandezza, nei quali riuscite a compiere gli obiettivi che vi siete prefissasti in maniera grandiosa, come conquistare una donna. Walter Mitty è un uomo totalmente immerso nelle sue fantasticherie e questo lo porta ad “incantarsi” di fronte alla realtà, a contemplarla passivamente, a tal punto da impedirgli di affrontarla pienamente. Un esempio è il fatto che al posto che parlare con la collega Cheryl Melhoff e rivelarle i propri sentimenti, si limita a tentare di interagire con lei tramite un sito di incontri. Non è un caso che riesca a relazionarsi meglio con lei nella vita reale, rispetto a quanto non riesca nella vita virtuale.

Il film è viaggio di formazione che porta il protagonista a raggiungere la maturità interiore. È curioso il fatto che Walter abbia quarantadue anni, come a dire che si è in crescita a qualsiasi età. Ma che cosa può spingere un uomo a voler cambiare così radicalmente il corso dei suoi giorni? Qui si parla di voglia di vivere! È la voglia di scoprire il mondo che ci porta a provare sensazioni di grandezza; e tutto questo può essere compiuto se iniziamo a fare.

Walter, nel film, intraprende il suo viaggio non tanto per la paura del licenziamento, ma perché è stufo di rimanere intorpidito dai suoi sogni, anestetizzato da essi. Lo fa anche perché mosso dal sentimento che prova per una donna. Sono i sentimenti che ci portano a compiere grandi gesti, la convinzione nei mezzi che abbiamo ci spinge a voler elevarci. Non è un caso che la rivista per cui lavora Walter si chiami “Life” e che essa abbia prosperato grazie al lavoro delle persone che ci hanno messo l’anima per portarla al proprio apice. In questo senso, la vita appartiene a chi la vive, perché è qualcosa che non si vede ma in cui siamo totalmente immersi: è dunque impossibile limitarsi a contemplarla.

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Un’ ultima considerazione sul nostro amico Ben Stiller. Intraprende questo film da regista e attore e lo fa staccandosi dal solito genere della commedia verosimile, spiazzando anche un po’ lo spettatore che magari potrebbe aspettarsi qualcosa di più frivolo. Non è così. Ben ha sentito il viaggio di Walter come il suo stesso viaggio, che vuole portarlo verso la sua maturazione artistica. E quello che ha fatto ci sta tutto, perché il film è scritto e recitato davvero bene e induce in chi lo vede un sottile ma costante “esame di coscienza”, in cui ognuno di noi è chiamato a prendere in considerazione i passi della propria vita con autocritica.

Gianluca Rosa


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