Lo dico sempre io. Ciò che desideri intensamente, prima o poi, ti si presenta alla porta e ti da due possibilità, andare o stare. Se sia meglio andare o al contrario, stare, io questo l’ho sempre saputo. Non ho mai avuto dubbi sul lanciarsi senza paracadute o saltare un fosso a piedi scalzi, non ho mai meditato troppo su prendere un aereo o cambiare città, mai tentennato di fronte a una scelta qualunque essa fosse. Sono sempre stata sicura che il mio destino fosse scritto nel librone magico e quindi qualsiasi azzardo mi fossi permessa, sarei caduta in piedi o magari in ginocchio (che a volte fa male per un attimo, ma poi passa subito).
Presunzione? No, sicurezza che è ben altra cosa. In fondo le situazioni le devi prendere di petto (anche se non ce l’hai, un petto), devi pensare di riuscire sempre al meglio senza temere giudizi cattivi (servono anche quelli), devi convincerti che puoi riuscire anche senza esperienza. Sono la tenacia e l’impegno che premiano, non il tempo su cui lavori per diventare quella che sei. Non mi sono mai preoccupata che qualcuno mi potesse polverizzare con le sue parole, ma ho sempre ascoltato molto, immagazzinato tanto e fatto tesoro di ciò che udivo. Ed eccomi qui. In postazione Mac. Come ogni sera a pensare. A riflettere. A scrivere. Oggi scrivo di sogni, di attimi che si avverano, di desideri che succedono, di storie che prendono forma. Scrivo di piccole donne che crescono, di grandi donne che si fortificano e di adolescenti che, passato il tempo delle mele, hanno di fronte un futuro, spesso difficile ma che le porterà all’alba di un nuovo giorno.