I soldi che i Comuni dicono di avere ma che in realtà non hanno

Da Openblog

All’interno del bilancio di ogni Comune esiste una voce chiamata “residui attivi”. Stiamo parlando di tutti quei soldi che le amministrazioni contano nel bilancio come entrate, ma che in realtà non hanno incassato. Crediti accertati, ma mai riscossi.

Ci sono molti elementi quantomeno curiosi quando si naviga fra le tante voci di un bilancio comunale, uno di questi è il concetto di residuo attivo. I residui attivi vengono calcolati alla fine di ogni anno all’interno del bilancio consuntivo. In pratica sono la differenza tra gli accertamenti (ovvero le entrate che si prevedevano di incassare a inizio anno) e le riscossioni (ovvero le entrate effettivamente incassate). Sono soldi legittimamente del Comune, che però non li ha ancora ricevuti.

Il problema è che questi residui attivi vengono positivamente conteggiati nel bilancio consuntivo di fine anno, per il semplice fatto di essere crediti accertati che il Comune vanta nei confronti di soggetti terzi. Diventa quindi fondamentale cercare di capire quali di questi crediti, o residui attivi, siano più affidabili, e soprattutto quali Comuni abbiano una chance maggiore di incassarli veramente ad un certo punto.

Uno dei nuovi indicatori di openbilanci tenta di calcolare proprio questo, l’affidabilità dei residui attivi.  Viene calcolato in percentuale, maggiore è la percentuale e più alta è l’affidabilità. E’ un indicatore di grande importanza per valutare in generale l’affidabilità finanziaria dell’ente locale. Molti Comuni infatti hanno purtroppo preso l’abitudine di conteggiare nel proprio bilancio i residui attivi che risalgono anche molto indietro nel tempo e che di fatto non saranno mai riscossi. Così facendo le amministrazioni si assumono la responsabilità di approvare bilanci sostanzialmente falsi, perché presentano un pareggio formale tra entrate (gonfiate con crediti inesigibili) e spese che di fatto nasconde uno squilibrio economico e finanziario. 

Facendo una classifica dei 15 Comuni più popolosi, un elemento balza subito all’attenzione. Nessuna delle città prese in considerazione, riesce a riscuotere più del 45% dei crediti accertati ad inizio anno. Questo vuol che per demerito dei creditori, o del Comune nella scelta dei creditori, metà dei soldi spettanti all’Amministrazione locale non vengono incassati.

Sul podio dei Comuni con i residui attivi più affidabili troviamo Bologna (39,89%), Trieste (42,93%) e Genova (45,19%. In fondo alla classifica, con un palese problema di inaffidabilità delle entrate considerate nei propri bilanci, Palermo (21,58%), Napoli (18,43%) e Catania (17,59%)

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