I soliti idioti

Creato il 13 marzo 2012 da Cannibal Kid

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I soliti idioti: Il film (Italia 2011)Regia: Enrico LandoCast:

Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Madalina Ghenea, Valeria Bilello, Marco Foschi, Miriam Leone, Giordano De Plano, Gianmarco TognazziGenere: (solito) idiotaSe ti piace guarda anche: I soliti idioti - La serie, Scemo e più scemo, S.P.Q.R.
Prendo un impegno: cercherò di scrivere una recensione del film de I soliti idioti senza dire mai: “Dai, cazzo!”.Da adesso in poi. Ce la farò? Mi sa di no, cazzo!
 Il film dei soliti idioti non cambierà di una virgola ciò che già pensavate di loro.Se non vi piacevano prima, dopo la pellicola vi sembreranno ancora più idioti. Se già vi piacevano, com’è nel mio caso, vi ritroverete davanti a un filmetto guardabile, che a tratti fa ridere ma che è privo degli spunti geniali intravisti qua e là all’interno della serie trasmessa da EmmeTiVì.È chiaro che il vero cinema è un’altra cosa. Quanto proposto dal Nongio e dal Biggio con questo grande salto su grande schermo è più che altro un’estensione di quanto già fatto in tv e in teatro: un super episodio speciale allungato degli sketch cui ci hanno abituati.In particolare, la trama (esilissima) della pellicola è incentrata sulle vicende dei loro due personaggi più noti, iconici e divertenti: Father and Son, ovvero Ruggero e Gianluca De Ceglie. Ruggero, interpretato da un Nongio truccato in maniera molto più verosimile di, per dire, Leonardo DiCaprio in J. Edgar, non rappresenta tanto un uomo quanto un’entità. Un incrocio tra un romano doc e un certo imprenditore milanese fissato con le volgarità e con le puttane. Si può intravedere un minimo di critica sociale, in questo, ma per lo più I soliti idioti finiscono per fotografare alcuni soliti (idioti) comportamenti italioti per provocare la risata facile. Così facendo ottengono un effetto positivo, perché in fin dei conti un po’ di sano umorismo disimpegnato è sempre il benvenuto. L’effetto negativo di contro è che così facendo lo sberleffo socio-politico, pur presente, rimane troppo sottotraccia e lo spessore delle loro gag è parecchio ridotto. Almeno nella pellicola.Nei loro sketch per la tv sono infatti presenti anche personaggi più incisivi, come Padre Boi e Padre Giorgio che con le prese per il culo dedicate al mondo della Chiesa non è che ci vadano giù tanto leggeri.

"Prendi appunti, Clint Eastwood!"

La scelta di concentrarsi soltanto su alcuni personaggi e non su tutti è comunque giusta e per ovvie ragioni inevitabile. Soprattutto per evitare la natura troppo sketchosa degli episodi tv e cercare di dare un senso all’operazione cinematografica. Rischio evitato solo in parte, visto che i personaggi di contorno rimangono appunto un contorno piuttosto superfluo. Gli omosessuali ad esempio regalano alcuni momenti divertenti, però sono presenti giusto attraverso una serie di videoclip musicali che, se all’interno dello show televisivo hanno un senso, all’interno di una pellicola cinematografica, o presunta tale, appaiono piuttosto campati per aria.Tra gli altri personaggi ci sono anche il metallaro Sebastiano e la tizia del “sciono sciubito da lei”, la cui presenza era obbligatoria, considerata la popolarità, però pure loro non trovano un adeguato inserimento all’interno della storia.Superflui anche gli (im)moralisti. Però la loro presenza è normale. Così come la volgarità. La volgarità per far ridere è normale. È normale, Marialuce!
La scelta di presentare solo alcuni personaggi era quindi obbligatoria. Si può però discutere sulle scelte che sono state fatte: è infatti un peccato aver lasciato fuori alcuni dei personaggi più divertenti della serie tv, come i già citati preti, i bambini di “mamma esco” Nicolò e Gigetto, l’attualissimo Precario, i palestrati del “quindi quindi” con la partecipazione di Rocco Tanica, i morti di sonno, il nichilista, l’amica cieca e soprattutto il mitico Mafioso.
Chissà se qualcuno di loro non troverà meritato spazio in un sequel che, dopo il successo di questa prima pellicola, per forza di cose arriverà. Volendo fare proprio gli sboroni, si sarebbe potuto anche rischiare l’inserimento di qualche nuovo personaggio a sorpresa. Un rischio che il supermegaproducer galattico Pietro Valsecchi, dietro pure al successo nei cinema di Checco Zalone, forse non ha voluto correre con i suoi idioti al pericoloso esordio al cinema. Un’occasione al proposito era data dall’inserimento del figlio segreto di Ruggero, peccato che pure questo personaggio si risolva in un’unica macchiettistica gag. Stessa sorte per le altre guest-star del film come la vj e attrice Valeria Bilello in versione prostituta e Gianlucamarco Tognazzi in versione avvocato, così come la solita gnocca da commedia all’italiana, la rumena Madalina Ghenea, non va oltre il ruolo della solita (smutandissima) gnocca da commedia all’italiana.

"Cannibal, che minchia di film guaddi?"

C’è una corrente di pensiero che bolla tutte le cose volgari come stupide. Idiote, appunto. Però, come non mi stancherò mai di ripetere, i cinepanettoni non fanno schifo perché sono volgari. Fanno schifo perché non hanno al loro interno una minima idea di cinema e presentano sempre la solita (idiota) solfa di scenette.Se i soliti idioti vengono criticati perché sono volgari, non mi sta bene. Se questo film viene criticato invece per la seconda questione, ci sta benissimo. A livello cinematografico, il livello qui presente è infatti parecchio basso, per quanto comunque superiore rispetto alle solite (idiote) porcate con De Sica, Boldi, Pieraccioni, Salemme… La regia infatti è piuttosto anonima e lo spunto di sceneggiatura è di quelli che il Nongio e il Biggio possono aver tirato fuori e sviluppato interamente nella durata di un solo aperitivo: la storiella è quella di Ruggero che cerca di evitare le nozze del figlio Gianluca e, per cercare di vincere una scommessa fatta con un suo amico coattone, deve portarlo a Roma a farlo trombare con una strafiga del mondo dello spettacolo. Tutto questo (tutto questo si fa per dire), mentre i personaggi secondari si apprestano a partecipare al matrimonio. Fine della tramona.
Un aspetto positivo sono invece la fotografia, così come nella serie televisiva curata più di alcuni film “d’autore” italici, un trucco che come detto fa sfigurare persino quello delle produzioni hollywoodiane, e una piacevole colonna sonora. Le canzoni sono firmate dagli stessi idioti, in particolare dal Francesco Mandelli che ha piazzato come tema ricorrente la piacevole “I don’t like you anymore” della sua band, gli Orange, più alcune canzoncine “idote” originali. La ciliegina sulla torta è però la presenza della ballad “No distance left to run” dei Blur, che il Nongio da bravo britpopparo che si rispetti ha pensato bene di utilizzare nel momento più drammatico (si fa per dire) della pellicola.
 Come detto all’inizio, questo è un film, ma più che altro un episodio allungato della serie tv, che non farà cambiare di una virgola l’opinione che già avevate dei soliti idioti. Per chi li segue dal lontano 2009 su Mtv, comunque, per quanto la visione scorra tranquilla, appare più che altro come una buona possibilità sfumata. Un po’ perché alcune gag, pur divertenti, ormai sono state ripetute allo sfinimento, persino all’ultimo Sanremo (argh!). E poi soprattutto perché se lo show rappresenta una sorta di versione de’ noantri di Little Britain ed è quindi qualcosa di diverso rispetto al solito (idiota) panorama televisivo italiano, la pellicola non riesce a trovare una via alternativa alla solita (idiota) comicità cinematografica italiana.Un’occasione persa e quindi per la prossima volta vedete di impegnarvi di più soprattutto in fase di sceneggiatura, miei cari Nongio e Biggio. La trama è un ovvio pretesto per le situazioni comiche, okay, però potevate sforzarvi per cercare di tirare fuori qualcosa di più elaborato del solito (idiota) schemino da cinepanettone natalizio.Non fate i pigri. Dai, cazzo!(voto 5+/10)
E visto che tanto ormai non sono riuscito a mantenere fede all’impegno preso a inizio post, vi lascio con una “Dai cazzo nucleare” dei Verdena featuring I soliti idioti.


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