I sumeri

Creato il 16 aprile 2014 da Pierluigimontalbano
I Sumeri
di Pierluigi Montalbano


L'origine dei Sumeri è avvolta nel mistero, infatti abbiamo tre possibilità: giungono nella bassa Mesopotamia dal sud (Golfo Persico), o da oriente (Iran), o dal nord (Caucaso). Gli indizi (lingua, archeologia, antropologia, storia) non sono sufficienti a chiarire il problema. La lingua è tuttora isolata, non attribuibile a nessun gruppo con certezza; l'archeologia serve a determinare l'inizio della loro presenza in Babilonia, ma tace sul luogo d'origine; l'antropologia mostra risultati in contrasto con le raffigurazioni dei monumenti. Mentre, infatti, questi riproducono un tipo brachicefalo (ossia basso e robusto), i reperti antropologici paiono dare una maggioranza di dolicocefali (alti e magri, con il cranio allungato). Il problema, molto discusso nei passati decenni, sulla precedenza dei Semiti o dei Sumeri in Babilonia, ha perso oggi molto del suo interesse per il complicarsi dei dati, e i Sumeri, sebbene non i primi in Babilonia, sono in genere considerati gli iniziatori della civiltà in Mesopotamia.
Gli importantissimi scavi tedeschi a Warka, l'antica Uruk, hanno permesso di fissare nel periodo 3000-2800 a. C. lo sbocciare e il rapido fiorire della civiltà sumera. Esso è segnato dall'invenzione della scrittura cuneiforme e dalla costruzione di grandiosi edifici religiosi di consumata tecnica artistica. Glittica, manufatti, strumenti e altro, attestano l'alto grado raggiunto. Quel primo periodo di creazione e di affermazione fu seguito da una fase, detta di Gemdet Nasr (2800-2600), di produzioni più modeste, ma di espansione a largo raggio. Nel periodo successivo, fino all'avvento della dinastia semitica di Akkad (Protodinastico in tre fasi), affiorano il primo nome e i primi documenti di carattere storico: Mesilim (circa 2600), il quale dedica una mazza di guerra al dio Ningirsu e celebra le sue costruzioni. A lui succede la prima dinastia di Ūr, nota per i nomi di Mesanipadda e di suo figlio Aannipadda, il quale a el-Obeid costruisce un tempio alla dea Ninkhursag. Ma a Lagash compare una serie più lunga di governatori nelle iscrizioni, le quali narrano le rivalità delle due città di Lagash e Umma, a proposito del canale divisorio sul cui decorso aveva già arbitrato Mesilim di Kish. Alla situazione di città indipendenti e rivali cerca di metter fine circa il 2360 Lugalzaggisi di Umma, che tenta e realizza l'unificazione del paese con una violenta guerra. La conquista gli è quasi strappata di mano dal fondatore della prima dinastia semita (2350-2150) Sargon di Akkad, che sconfigge Lugalzaggisi e raggiunge nelle sue campagne militari il Mediterraneo, fondando un grande Impero. Tra i suoi successori solo il nipote Narām-Sin riesce a tener alta la dinastia, la quale in due secoli si esaurisce, rendendo facile ai barbari Guti, scesi dalle montagne d'oriente, il rovesciarla definitivamente. Circa un secolo dura lo scompiglio portato dalla distruzione dei Guti, finché circa il 2060 Utukhegal di Uruk, ribellandosi, riesce ad abbattere il dominio barbarico. A sua volta però un suo intraprendente generale, Urnammu di Ūr, rendendosi indipendente, prende nelle mani il potere di Sumer e fonda una nuova dinastia (la III di Ūr). Già Ūr-Nammu, e suo figlio Shulgi, si danno alla ricostruzione del paese, cominciando dai templi e dalla riforma della giustizia, facendo rifiorire l'agricoltura e l'industria, portando Sumer al più alto grado di benessere. In questo periodo la civiltà sumerica tocca il suo apogeo, da cui poi decade rapidamente, terminando sotto i colpi degli invasori elamiti. Il dominio politico viene diviso tra le due dinastie di Isin (1970-1935) e di Larsa (1960-1698), ancora sumeriche di civiltà e di lingua, ma già in gran parte semitiche nei capi e in strati della popolazione. Spostandosi un po' più a nord il centro dell'autorità passa nelle mani di una nuova dinastia di Amorriti, infiltratisi da occidente verso il Medio Eufrate e stanziatisi a Babel, che diventa capitale (1830-1530). I Sumeri, come nazione, scompaiono dalla scena politica.
Per quanto concerne la religione e l'organizzazione, il Pantheon sumerico comprendeva una triade cosmica, formata di An, Enlil e Enki (o Ea), i quali avevano come sfera d'azione una porzione del cosmo, considerato come una costruzione a tre piani: il cielo, l'atmosfera, la terra con le regioni sotterranee. An godeva altresì dell'autorità di dio supremo, ma Enlil, il cui santuario principale era a Nippur (Ekur, casa della montagna), andò poi guadagnando autorità e prestigio, e sostituì An come dio supremo. Il suo santuario divenne il centro religioso riconosciuto di tutta la regione di Sumer. Ea, o Enki, abitando le profondità a contatto dell'Absū (abisso), era il dio della sapienza e dell'astuzia, il dio della magia e degli scongiuri; la sua sede principale era a Eridu. Oltre a questa triade cosmica, esistevano divinità maschili e femminili considerate come dèi personali da questo o quel governatore o monarca. Così a Lagash presiedeva Ningirsu, figlio di Enlil, e tra le divinità femminili emergevano Baba (Bau) sua sposa e Gatumdug la "Madre della Città". Utu, corrispondente al semitico Shamash (Sole), era venerato in modo particolare a Sippar; Nanna (Sin, Luna) a Ūr, e Inanna, corrispondente alla Ishtar dei Semiti, aveva il suo santuario principale, l'Eanna, a Uruk. Il Pantheon sumerico comprendeva più di seicento divinità. Agli dèi si attribuiva l'organizzazione del mondo. Dal caos primitivo, Enlil separò il cielo dalla terra. Questa era stata organizzata nel territorio di Sumer, creando i fiumi Tigri e Eufrate, e poi le case, i villaggi e le città, l'agricoltura con il relativo bestiame, le singole attività, cui erano state poste a presiedere divinità secondarie. L'uomo era stato creato per il servizio degli dèi, i quali erano gelosi di questo loro privilegio e punivano chi lo avesse trascurato, con malattie e disgrazie, causate da demoni, sempre pronti a insidiare gli incauti che non sapessero difendersi con amuleti, talismani e scongiuri.
La duplice concezione del mondo come opera degli dèi e loro dominio assoluto e degli uomini come servi degli dèi era a base della struttura sociale in Sumer. Ogni villaggio aveva un dio considerato il padrone di tutto. Persone e beni senza distinzione gli appartenevano e tutti i cittadini erano al suo servizio. A capo vi era l'autorità religiosa (ensi), che rappresentava nel tempio la divinità, e godeva anche dell'autorità politica e amministrativa. L'ensi organizzava, dirigeva, controllava la società con un sistema accurato di amministrazione. Sfruttando tutte le energie a uno scopo comune, le città sumere raggiunsero ben presto una situazione di benessere che facilitò l'accumulo di ricchezze e lo sviluppo della tecnica e dell'arte, come è testificato dai ritrovamenti di tombe reali a Ūr (ca. 2500 a. C.). Accanto al rappresentante religioso c’era un'autorità politico-militare, dapprima come ufficio temporaneo in funzione di en (signore), e poi più specificamente in qualità di lugal (re), con carica permanente ed ereditaria. Di questa evoluzione sono manifestazione e documento i palazzi reali che sorgono nel periodo protodinastico. Autorità secondarie controllavano i singoli istituti sociali e le varie attività agricole e artigiane.
La letteratura si rivela di grande importanza, perché fu la dell'evo antico. Copiosa nelle sue produzioni, rivelatrice del mondo sumerico, fornitrice dei modelli alla letteratura babilonese e ad altre orientali. La letteratura mitologica comprende una ventina di miti sulle origini e sull'organizzazione del mondo, la creazione dell'uomo, la preminenza di una città sulle altre per intervento di qualche divinità, la nascita e gli sposalizi di dèi e di dee, le imprese eroiche, ecc. Vi è il mito del diluvio (regalità discesa dal cielo, fondazione delle cinque città antidiluviane, avvento del diluvio), Enki e Ninkhursag (sulle vicende dell'isola di Dilmun, la nascita di Utu e le maledizioni di Ninkhursag contro Enki per aver egli divorate delle piante). Poi il leggendario viaggio di Nanna-Sin a Nippur; la discesa di Inanna agli Inferi; lo sposalizio di Inanna con Dumuzi; lo sposalizio di Martu, ecc. Poi vi sono miti organizzativi come: Enki e l'ordine del mondo; Inanna e Enki, in cui si parla del trasferimento delle arti e della civiltà da Eridu a Uruk; Enlil e la creazione della zappa, strumento primo dell'agricoltura. Di testi epici, celebranti le imprese di eroi e semidei, se ne conoscono 10, divisi in tre cicli distinti: di Enmerkar (Enmerkar e il Signore di Aratta; Enmerkar e Ensukushsiranna); di Lugalbanda (Lugalbanda e Enmerkar; Lugalbanda e il monte Khurrum); di Gilgamesh, l'eroe dell'omonimo poema babilonese (Gilgamesh e la terra del vivo; Gilgamesh e il Toro celeste; Gilgamesh e Agga; Gilgamesh e il Diluvio; la Morte di Gilgamesh; Gilgamesh, Enkidu e gli Inferi). Anche le scienze furono coltivate dai Sumeri, come l'astronomia (con intento astrologico), la matematica (equazioni, geometria, teorema di Euclide), la medicina, la chimica (più spesso per scopi magici), ecc.
Immagine di: http://startbyzero.com/

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