L’età è uno stato mentale. L’età è solo un numero…e cosa sono i numeri se non degli antipatici segni che ci circolano intorno tutti i santi giorni sotto forma di tempo che passa, soldi che dovrebbero arrivare, mail non lette, notifiche di social e numeri di telefono che vorremmo cestinare? Questa presenza costante a volte passa inosservata, a volte no. Soprattutto quando con gli anni che scorrono arriviamo vicino a traguardi importanti: dai 19 ai venti, dai 29 ai trenta, dai 39 ai quaranta!
Eh…i 40! A quarant’anni non hai più “una certa“, ma sei a tutti gli effetti un adulto. I ragazzini ti danno del “lei” anche se provi a fare di tutto per sembrare più giovane (a volte sembrano avere il fiuto per certe cose) e se provi a fare troppo la giovane ci sono quelle come me che ti dedicano (con amore) post al vetriolo definendoti una “vecchia barbie“. Su questi benedetti 40 anni ci hanno fatto anche un film, ritratto di una quarantenne dalla vita parecchio movimentata che allora poteva generare “scalpore” (in quanto tratto dalla biografia di Marina Ripa di Meana), ma che oggi, ad anni di distanza, mi sembra quasi un bel ritratto delle “signore” della stessa età di oggi.
Essì, le 40 anni di adesso non sono come quelle di una volta. Tempi addietro a 40 anni eri già sposata da 20, avevi figliato da 19 ed eri già una donna fatta, finita e distrutta, il cui prossimo step era aspettare l’avvento di un nipote. Lavoratrice, sì, ma senza smanie, senza ansie da futuro (che più o meno era ancora garantito) e soprattutto con il classico appeal da “Signora“. Le quarantenni che vedo intorno io non sembrano affatto “Signore” (anzi, a volte sembrano più sciure certe ventenni): sono sportive, sempre in movimento sia fisico che celebrale, hanno un sacco di interessi, viaggiano, si spostano, escono fuori di casa con o senza compagno. Già, perché chi è accoppiata, oggi, ha un “compagno”, non un “marito” o forse un ex-marito catturato con l’ansia-da-accasamento tipica delle post 30 ed un compagno con il quale non hanno nessuna intenzione di sposarsi. Però figliano. Perché l’orologio batte per tante, se non per tutte, e chi desidera procreare non aspetta certo i 40, “che poi sembro sua nonna“. Giustamente.
Quelle che invece non ce l’hanno sono single, non più zitelle, e scorrazzano il libertà da un folle ad un disadattato passando per l’ennesimo uomo ferito poco propenso alle relazioni. Ma non si fanno grossi problemi, ormai serene nei loro 40 anni. Perché la cosa bella è che a quella età, nonostante il precariato, il futuro incerto, il vivere alla giornata, le menate, hai acquistato una consapevolezza maggiore che, se gestita in maniera intelligente, diventa un grandissimo punto di forza. E le mie amiche che hanno passato l’età che comincia con il 4 sono fortissime e fighissime. Anche perché per sembrare una quarantenne sfigata basta veramente poco. Ed io glielo impedirò ;)Così come lo impedirò a mia sorella, che domani timbra i 40. Mia sorella non mi somiglia per niente. E’ bionda, chiara di pelle, con gli occhi azzurri ed i suoi capelli hanno provato ad essere ricci per un po’, ma poi le si sono ammosciati, tornando semi lisci. Mia sorella sembra sicuramente più tranquilla di me, ha meno smanie o se non altro è stata più furba: agisce in sordina, senza fare tutto il casino che faccio io. Mia sorella è un architetto, ha una casa, un lavoro fisso vista mare (anzi, in mezzo al mare), un compagno (che i mariti non sono più fashion) e pure una figlia biondissima e sveglissima, opportunamente concepita prima dei 40. Mia sorella odia i social, il web, ha messo whatsapp solo qualche mese fa e guai a pubblicare foto su internet. Mia sorella non sembra per niente una quarantenne: è sempre sistemata pur non seguendo le mode, ma solo il suo gusto, si trucca il giusto e si “tiene” tanto. Mia sorella mi ha fatto da apripista per un sacco di cose, poi mi ha tirato anche le sedie addosso (perché obiettivamente ero una bambina molesta), adesso mi fa i discorsi da “mamma” (ecco, così ce ne ho due, una per ogni orecchio) ma io so che “anche le bionde hanno gli scheletri nell’armadio“. Mia sorella mi ha sempre supportato nelle mie follie, agendo spesso da mediatore, provando a farmi ragionare (anche se con scarsi risultati). Io la supporto…a modo mio, che non è un modo tradizionale, spesso è parecchio diretto e poco dolce (sono gli svantaggi della sincerità). Ma se non posso dire quello che penso a mia sorella, a chi lo devo dire?!?
AUGURI “VECCHIA” SISTER!!!