Capita, anche nei commenti di questo blog e persino nel dibattito pubblico, che si affaccino affermazioni del tutto prive di fondamento. Tra queste, la più perniciosa è quella secondo la quale l’Italia non avrebbe tagliato la spesa pubblica negli ultimi anni e che quindi tutto questo parlare di austerità sarebbe solo propaganda. I tagli sarebbero solo prospettici e non attuali. I politici continuano a far crescere la spesa per motivi elettorali e per accontentare gruppi di interesse di ogni genere (sindacati, imprese sussidiate, ecc.)
Purtroppo le cose stanno molto diversamente. Negli ultimi 3 anni, infatti, la spesa pubblica italiana è davvero calata, come mostrano questo grafico costruito sui dati del database AMECO della Commissione Europea:
come si nota a partire dal 2010 la spesa in termini reali (cioè al netto dell’inflazione) è in calo, e le proiezioni 2013-14 vanno nella stessa direzione.
Ancor più interessante è il grafico della spesa pubblica al netto degli interessi, che non tiene conto dell’onere del debito pubblico e ci dice quindi quanto effettivamente lo Stato spende in pensioni, stipendi, servizi, ecc.
Come si può notare, a parte tre modeste riduzioni (post crisi del 1992, nel 2000 e nel 2007), la spesa pubblica è sempre cresciuta. Dopo il 2009, e nel pieno della più grande crisi dal 1929, l’Italia è riuscita a ridurre la spesa in modo considerevole, portandola indietro quasi ai livelli del 2005. Qui, si badi bene, non parliamo di spesa in percentuale sul PIL, ma di quanto effettivamente il settore pubblico immette nell’economia.
I risultati, non c’è bisogno di dirlo, sono sotto gli occhi di tutti.
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