I Temi di Halloween: Zeta

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Svolgimento
Sono in sei. Anzi no, forse in otto. Ci sono anche delle femmine. Le loro risate stridule mi spaccano i timpani. Li sento salire le scale furtivi e veloci. Piccoli passi leggeri. Ridono. Urlano. Li attendo, immobile. Nel lettore cd son pronti gli effetti terrorifici. L’accurata e attenta scelta è caduta sulla traccia 12; lupi ululanti con tuoni e pioggia scrosciante. Anche la 13 era interessante; lupi ululanti con grida di giovine vergine sacrificale. Manca la pioggia scrosciante però. Vada per la 12. E’ pronta. Metto pausa e attendo. Candele accese e porta socchiusa. Ombre sinistre si proiettano sulle spoglie pareti. Il trucco è perfetto. Succo di amarena spalmata a dovere sul volto livido. Manciata di citrosidina pronta da spararsi in bocca. Il cuore mi batte forte sotto la stretta nera camicia. Le voci urlanti e festose si avvicinano. Mi apposto al buio. Respiro lento e profondo. Eccoli…silenzio. Risa soffocate sull’uscio. Uno di loro esclama forte e fiero “dolcetto o scherzetto!” bussando forte con le mani inzaccherate la mia porta blindata in puro acero canadese. Maledetto! Preparati. Schiaccio play. Partono i lupi, tuoni e saette. I nani zuccherosi si placano, silenti. Il più ardito spinge la porta lasciata abilmente socchiusa.
Le candele tremolanti illuminano i loro piccoli visi stupefatti e sbaffati di orrido cioccolato. Il lupo ulula forte cercando di coprire il rimbombo dei tuoni. Un lungo interminabile brivido freddo mi percorre lungo la schiena. “Signore?…dolcetto o scherzet….” sguainando il mio spadaccino piombo in scena con un balzo da pantera ed un urlo belluino. Il mio superbo vestito attillato di raso nero lucente aderisce perfettamente al mio corpo scolpito da decenni di lunghe sedute in palestra. I nani zuccherosi urlano in paranza con un discreto accordo sinfonico. Due di loro fanno testa e testa cercando una via di fuga. Un terzetto si precipita per le scale chiamando la mamma. Uno impietrito perde la dentiera e sbiancando in volto si fa sotto. Le due femmine (erano in due, lo sapevo) fuggono piagnucolando mano nella mano al piano di sopra. Soddisfatto mi godo la scena. Il palcoscenico è solo mio. Mio!!! I nani zuccherosi dissolti in uno solo schioccar di dita. Richiudo, lucidando con il mantello le impronte glucosiche lasciate dal nano temerario. Spengo le candele e stoppo il lupo oramai raucedico. Sorseggiando un sassicaia d’annata, attendo al buio comodamente seduto nella mia bianca comoda poltrona Frau. Eccole sono in sei. Anzi no forse in otto. Le loro grida stridule mi spaccano i timpani. Orsù mamme dei nani zuccherosi. La spada di Don Diego della Vega è pronta a marcare l’indelebile zeta sui vostri flaccidi e cellulitici culi. Scherzetto.Roberto Testa

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