I templi di Kamakura: spiritualità e bellezza in Giappone

Creato il 29 ottobre 2014 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Siamo in Giappone e decidiamo di dedicare due giornate alla visita di due città di grande valenza spirituale: Kamakura e Nikko.

La prima tappa è il tempio di Hase-dera di Kamakura. Si apre a noi un delicato e curato giardino zen che ospita con ordine e armonia diverse specie di piante dal fusto ritorto, piante acquatiche, pesci, grotta votiva, pagode e templi. Saliamo seguendo il percorso fino al belvedere che si affaccia su una baia e i tetti di Kamakura, che pur essendo una grande città sul mare da qui sembra a tutti gli effetti un paesino di montagna.

Ho adorato questo luogo, ordinato, piacevole, silenzioso, architettonicamente in armonia con una natura accogliente e ho pensato a quanto possa essere bello visitare questi luoghi in primavera, quando tutto è fiorito. Oggi, pur non essendo una bellissima giornata, i colori della flora sono comunque intensi. Gli alberi hanno assunto, grazie anche alla cura dell’uomo, delle forme strane, ritorte e in movimento. Così spogli sembrano dar vita a delle pitture che si stagliano sul cielo con dietro come paesaggio le armoniche forme dei templi ed i loro colori. Mi sembra di vivere dentro ad uno dei cartoni di Miamaky, come “La città incantata”, dove petali e fiori si trasformano e prendono vita.

La seconda tappa è una visita al Daibutsu, il Grande Buddha che si trova nel tempio Kotoku-in. La statua ci attende al centro di un cortile rettangolare e ci osserva mentre ci avviciniamo. Volendo la si può anche visitare dall’interno!

Proseguiamo verso il tempio più grande di Kamakura, forse il più visitato, ma comunque quello a mio parere meno impressionante: Tsurugaoka Hachiman-gu. La bellezza di questo tempio è nella grandezza e nei colori delle architetture, ma l’impatto emotivo è certamente meno forte di altri.

Il successivo, Kencho-ji, a cui perveniamo dopo una bella salita, è meno visitato ma molto interessante. Piccoli boschetti, campane votive, templi e in ultimo un giardino zen semplice ma stupendo infondono vita a questo tempio. Arrivati al giardino, tolte le scarpe, decidiamo di fermarci a guardare la pioggia che scende dalla grondaia ed i colori del giardino. La pioggia arricchisce di ulteriore fascino questo luogo che ha una sua armonia nella semplicità delle forme dei colori.

Una piccola isoletta al centro del giardino con un cedro che sembra dipinto canalizza l’attenzione degli sguardi di chi sosta. Il cielo si apre e alcuni raggi di sole filtrano. Gli edifici si riflettono sull’acqua creando profili riflessi che ricordano le immagini delle illustrazioni dei libri che raccontano di un mondo a noi lontano. Nulla prevale sull’altro: né le forme, né i colori, tutto è in armonia.

Quasi di fronte a questo tempio, visitiamo Enno-ji, dove sono rappresentate le statue degli giardini degli Inferi. E in prossimità della metà finale, svoltando sulla sinistra, risalendo una strada che sembra portarci a raccogliere castagne, entriamo in una delle ultime tappe: Jochi-ji. Questo tempio si trova in un bosco dai colori invernali, candidi e cupi allo stesso tempo. Qui tra rigagnoli d’acqua e piante di bamboo, casette, statue e tombe offrono una sosta religiosa per i buddisti o una sosta cromatica ed emotiva per tutti.

L’ultimo tempio visitato è Engaku-ji. Anche qui la possibilità di muoversi fra la natura, gli alti alberi, l’armonia del paesaggio e le peculiari forme architettoniche ci permette di immergerci in atmosfere per noi del tutto inedite.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :