I traghetti, i tir e il gioco delle parti

Creato il 18 gennaio 2014 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi

Perché, nessuno si chiede come mai i traghettatori privati e pubblici, assieme al sig. Giuseppe Richichi, presidente dell'Aias, il sindacato degli autotrasportatori siciliani, abbiano chiesto la sospensione delle ordinanze sindacali dell'ottobre scorso riguardanti il transito dei tir nel centro urbano della città di Messina? Nessuno si chiede perché oggi non vi sia stata una reazione forte da parte della politica, dell'amministrazione, dei sindacati, dell'informazione contro quel ricorso e contro quel provvedimento del Tar di Catania che dovrà decidere sul ricorso contro l'elezione del sindaco Renato Accorinti. Non fossimo in Sicilia sarebbe tutto più chiaro. Non fossimo a Messina sarebbe ancora più chiaro. Le reazioni sono state invece distratte. D'occasione e superficiali. In altre epoche qualcuno avrebbe chiesto almeno una "battuta" al Comitato La Nostra Città sull'argomento. Oggi neppure si pubblicano più le note e i comunicati di un Comitato nato nel 2000 per chiedere la chiusura della Rada S. Francesco. Richiesta sottoscritta da oltre 7000 cittadini in soli quattro giorni grazie al sostegno di teleVip e di Radio Messina 1 Special. Oggi soltanto qualche servizio sbiadito. Perché allora? Vediamo di ragionarci sopra. 
Dopo il caos suscitato dagli incontri tra il sindaco Renato Accorinti, l'ing.Vincenzo Franza, e l'immancabile Richichi, che portarono alla stesure delle "pasticciate" ordinanze, la Gazzetta del Sud ospitò gli elogi plateali dell'ad della Tourist nei confronti del sindaco.Una sottolineatura non di poco conto. Altrettanto plateali furono gli ammiccamenti, durante una trasmissione di Malalingua, tra il sindaco, l'ing. Francesco Di Sarcina, dell' Autorità Portuale, e Tiziano Minuti ex sindacalista Cgil, passato alle dipendenze dei Franza. L'unico scontento sembrò essere il comandante dei Vigili urbani, Calogero Ferlisi che, dopo una rumorosa dimissione e contestazione dell'accordo rientrò nei ranghi. L'effetto delle ordinanze partì e il risultato fu ed è che i tir transitano indisturbati ad ogni ora del giorno e della notte da e per ogni approdo della città.
Perché allora questa richiesta di sospensione? Quale effetto si dovrebbe sospendere se, di fatto, i traghettatori sono liberi e indisturbati di fare i loro comodi? La loro pubblicità, a conferma di ciò, continua a dire "partenze continuative h.24" dalla Rada S. Francesco. Quale interesse potrebbero avere i traghettatori privati da questa sospensione? E quale interesse il vettore pubblico che, invece, dovrebbe essere più che favorevole all'utilizzo dell'approdo di Tremestieri dove è pur sempre socio di minoranza con gli armatori privati mentre nella Rada S.Francesco neppure può metterci becco. Strano, molto strano. L'avvocato Carmelo Briguglio, ex Vince Messina di Saitta, ex NO Ponte, ex candidato vicesindaco di Fabio D'Amore,che da sempre cura gli interessi legali della famiglia Franza così scrive nel suo ricorso: " L'ordinanza dell'amministrazione di Palazzo Zanca rende evidente che il Comune ha inteso interdire in via definitiva l'accesso dei mezzi pesanti agli imbarchi della Rada S.Francesco (...)". BUUUM! Ma dove l'ha vista quest'interdizione l'avvocato Briguglio? Lui che è un "pendolare" del viale della Libertà e, chissà quanti tir incrocia quotidianamente durante i suoi tragitti, come può affermare adesso che il sindaco abbia "interdetto" gli imbarchi? 
Il sindaco Renato Accorinti, invece, a quanto ci risulta, non è neppure mai intervenuto, come sarebbe stato suo diritto e dovere, nell'ambito del Comitato Portuale, dove avrebbe potuto, se lo avesse voluto, votare contro la riconcessione degli approdi nella Rada S. Francesco. Perché dunque il ricorso? Il motivo più logico potrebbe essere quello di riaffermare una supremazia, e il volere dimostrare alla città che a comandare sono sempre loro e non gli amministratori eletti. Riaffermarlo anche se, probabilmente, fosse già chiaro alle due parti chi detta le regole a Messina. 
Quindi, potrebbe essere semplicemente una sorta di gioco delle parti. Lo fece già Peppino Buzzanca quando diede l'impressione, con l'istituzione dell'ecopass, di volere limitare il potere dei traghettatori. Salvo poi ad accorgerci che quell'ecopass veniva incassato dalle stesse società senza che vi fosse (allora come oggi), nessun controllo da parte pubblica. Insomma, siamo sempre davanti alla solita partita truccata. Nel senso che adesso il Comune ricorrerà contro il ricorso, come prontamente dichiarato dal vicesindaco Guido Signorino, e si aspetterà intanto la sentenza definitiva che nulla nella sostanza cambierà. I tir continueranno a spadroneggiare dentro la nostra città dove nessuno potrà limitare "l'attività imprenditoriale" dei padroni dello Stretto. Secondo la parziale interpretazione dell'art. 41 della Costituzione.
Saro Visicaro, Presidente del Comitato La Nostra Città

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