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I Tre Allegri Ragazzi Morti in concerto a Torino trasformano l’Hiroshima Mon Amour in un Giardino dei Fantasmi

Creato il 15 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Questo giovedì i Tre Allegri Ragazzi Morti sono saliti di nuovo sul palco dell’Hiroshima Mon Amour nella loro formazione live, tre più uno.

Tutti con i volti coperti dall’inizio alla fine, come al solito. Le maschere, indossate dai Tre Allegri Ragazzi Morti, ricoprivano anche i volti di molti fan affezionati. Il cantante e chitarrista, Davide Toffolo, indossava la folta pelliccia da yeti. Porta con sé questo travestimento in giro per l’Italia dal 2012, anno di uscita dell’album “Nel Giardino dei Fastasmi”. Luca  Masseroni, batterista, ed Enrico Molteni, bassista, portavano le magliette scheletro simbolo del gruppo. Infine il chitarrista, Andrea Maglia, impersonava un pettirosso. I costumi insieme alla scenografia, fatta di alberi spettrali e fantasmi, contribuivano a creare un immaginario tutto iconografico e visivo.

I diritti della fotografia sono riservati a Maria Elisa Bonaudi

I diritti della fotografia sono riservati a Maria Elisa Bonaudi

L’idea della band conosciuta come i Tre Allegri Ragazzi Morti é nata grazie a Davide Toffolo nel 1994, prendendo ispirazione dal suo romanzo a fumetti: Cinque allegri ragazzi morti.

La matita del fumettista e frontman descrive un mondo parallelo adolescenziale, di grandi ideali, grandi cambiamenti e grande desiderio di scoprire se stessi prima di omologarsi inevitabilmente alla massa crescendo.
Un racconto a tratti romantico, a tratti tetro. La graphic novel ha infatti come chiavi di lettura principali l’amore e la morte. I cinque allegri ragazzi: Gianny Boy, Vasco, Sumo, Sleepy e Mario sono sono stati trasformati in zombie.

La loro condizione di esistenza é permeata da un’atmosfera onirica. I protagonisti sentono una forte ansia giovanile di trovare risposte a quesiti esistenziali.
Viene messo in scena il loro sentirsi diversi e incompresi da un universo di adulti con il quale instaurare un contatto sembra impossibile. La separazione simbolica tra il mondo dei vivi e quello dei morti è una metafora della società che impone regole di comportamento alle quali bisogna attenersi. I ragazzi, invece, rappresentano tutti quelli che se ne distaccano, risultando morti agli occhi dei più.

Si delinea dall’opera di Toffolo il pensiero del gruppo con le maschere da scheletro. Il brano “Mai come voi”, del loro  secondo album, è quasi un manifesto del loro rock profondo ed esistenziale, ma allo stesso tempo semplice e diretto.

“Non saremo mai come voi, siamo diversi, puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi
La vita lontana da ogni cliché, cercala è dentro di te”

Alcune tra le tante canzoni che si possono citare perché significative da questo punto di vista sono: Quasi adatti, Ogni adolescenza e Beat(o). Quest’ultima in particolare è un omaggio alla beat generation e al modo di vivere “On The Road” un po’ kerouachiano, che tanto affascina i Tre Allegri Ragazzi Morti.

Nella carriera della band si possono distinguere generi differenti: dal punk con l’energia dei primi brani come “Dinamite” all’indie rock di “Occhi bassi”, dalla dolcezza melodica al reggae e alla dub nel remix di ” Primitivi del futuro”.

QUI potete consultare la pagina wikipedia de I Tre Allegri Ragazzi Morti.

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