Dopo i casi di decesso potenzialmente legati ai vaccini Flaud della Novartis, è in atto una vera e propria psicosi antivaccino.
I test tossicologici, effettuati sui due lotti di vaccini antinfluenzali incriminati, hanno dato però esito negativo.
Questa psicosi da vaccini pericolosi è giustificata?
Prima di tutto è importante sapere cos’è un vaccino, infomazione che purtroppo molti ignorano.
Un vaccino è un preparato in grado di indurre una risposta immunitaria specifica contro un determinato microorganismo (batterio, virus o parassita). Può essere basato su patogeni attenuati o su materiale proveniente da organismi uccisi, ma non è in grado di dare malattia.
I vaccini sono impiegati su larga scala ed è quindi accettabile che, in un limitatissimo numero di casi, possano scatenare una risposta potenzialmente mortale o indurre quella malattia dalla quale dovrebbero proteggere.
Il vantaggio di un programma di vaccinazione è l’ “immunità di massa”. Riducendo il numero degli individui suscettibili in una popolazione, si crea un pool di individui non infettabili e si abbassa di conseguenza la probabilità di trasmissione dell’ infezione.
Come i normali farmaci anche il vaccino può avere delle controindicazioni e degli effetti collaterali, effetti sicuramente meno gravi rispetto al rischio che si corre senza vaccinazione.
Nel 1979 venne annunciata, dall’ Organizzazione Mondiale dell Sanità, l’eliminazione totale del vaiolo, e questo è stato permesso solo grazie alla vaccinazione. Basti pensare che solo negli anni 50 i casi di vaiolo annui erano circa 50milioni e si aveva mortalità nel 30% dei casi; è quindi molto evidente l’importanza della vaccinazione di massa contro questa malattia.
Se prendiamo in esame soltanto i dati dell’anno scorso, osserviamo che nel nostro paese oltre 8mila anziani non vaccinati sono morti per complicazioni dovute alll’ influenza. Ogni giorno in Italia muoiono circa 1800 persone e la maggior parte di questi decessi, circa 1600, riguarda persone anziane. Secondo le statistiche 800 di questi anziani hanno fatto il vaccino per l’influenza, ma non vi è correlazione tra il vaccino e i decessi. La causa di queste morti è invece da ricercare in patologie tumorali, respiratorie, cardiovascolari, etc.
E’ evidente che il timore del pubblico verso la vaccinazione sia abbastanza alto, ma questa paura è spesso causata da una scarsa informazione. Nel 2002 a Londra si registrarono diversi focolai di morbillo, quell’anno solo l’84% dei bambini venne vaccinato (un calo decisamente forte rispetto al 1995-96 dove il picco delle vaccinazioni raggiunse il 92%) a seguito del timore infondato di una possibile correlazione fra il vaccino contro morbillo/parotite/rosolia (MPR) e l’autismo.
Photo credit: samantha celera / Foter / CC BY-ND
La frode scientifica che collegava autismo e vaccino MPR era stata fabbricata dal medico britannico Andrew Wakefield. Le tesi di Wakefield vennero anche sostenute dalle “mamme di Wakelfield” ossia le madri di bambini autistici cadute nella beffa dell’ignobile dottore. Una di queste è stata condannata per aver consapevolmente mentito circa la correlazione tra il vaccino e l’autismo del figlio. La donna ha portato avanti per anni la sua battaglia sui media, partecipando a raduni pubblici, e denunciando non soltanto i produttori del vaccino MPR, ma anche giudici, medici e giornalisti.
La correlazione tra vaccino MPR e autismo non è mai stata provata, l’unica cosa ed essere stata provata è la frode di Wakefield, il quale è stato radiato dal Medical Register nel 2010.
Il timore verso i vaccini nell’era internet
La psicosi da vaccino è in aumento grazie alla cattiva informazione che scorre libera e senza controllo sul web.
Spesso ci capita di leggere titoli come: i vaccini uccidono, i vaccini causano la morte, i vaccini sono pericolosi, i vaccini fanno male. Gli articoli che portano questi titoli si rivelano spesso essere delle bufale, o meglio sono creati apposta per fomentare un timore collettivo.
Perchè continuiamo a trovare in rete queste informazioni che demonizzano le campagne di vaccinazioni? Il motivo è molto semplice: business.
Molti portali dalla credibilità discutibile hanno l’unico scopo di ottenere visite, visite che vengono monetizzate vendendo pubblicità. Alcuni di questi siti hanno trovato la loro miniera d’oro nella poca formazione scientifica della maggior parte del popolo di internet.
E’ quindi molto semplice imbattersi in articoli che raccontano come le campagne di vaccinazione non siano altro che una cospirazione delle aziende farmaceutiche, le quali non si curano minimamente della salute degli individui. Spesso in queste cospirazioni viene tirato in ballo anche lo Stato, ed è così che giocando sulla psicologia di individui che vivono in un mondo in crisi, dal punto di vista politico, economico e sociale si approfitta della vulnerabilità delle persone, mettendo l’individuo in condizione di non credere a nessuno, neanche alle istituzioni sanitarie e a chi le rappresenta, come i medici.
Tornando alla domanda iniziale: i vaccini uccidono? Si, se non si fanno. E, sicuramente, possiamo dire che uccide molto più la disinformazione.
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