I ♥ Vegas/3: Bellagio, Giulio Cesare & Venezia

Da Silviapare

Dopo aver fatto le ore piccolissime sotto il cielo di Parigi, ci svegliamo tardi e ci prepariamo per la prima avventura diurna a Las Vegas. Fuori dall'aria condizionata degli alberghi fa caldissimo, ma è un caldo secco, desertico, e quindi - a piccole dosi - sopportabile.La navetta gratuita del Rio ci deposita nei pressi del Bellagio, famoso soprattutto per le sue fontane. La spettacolare fontana davanti all'albergo, al centro di un laghetto fiancheggiato da un viale simil-comasco, è stata creata da un famoso architetto delle fontane, Mark Fuller ("the closest thing the world has to a fountain genius", come lo definisce il New Yorker qui), che ha inventato un cannone ad acqua per far salire il getto ad altezze incredibili. Il tutto accompagnato da musica per creare balletti d'acqua davvero impressionanti.Dal Bellagio passiamo alla pietra miliare del kitsch, l'albergo che ha inaugurato lo stile Disneyland della nuova Vegas: il Caesars Palace. Famoso anche per il Forum Shops, una galleria di negozi di lusso (ma le gallerie di negozi di lusso, a Las Vegas, sono onnipresenti. Solo di Tiffany's ne avrò visti una cinquantina. Un po' più in là, poi, ci sono negozi che vendono paccottiglia tremenda ma anch'essa costosa, come mappamondi fatti di pietre dure e anatroccoli di cristallo con le cuffie in testa), il Caesars ospita mille meraviglie sotto un cielo identico a quello parigino: statue, fontane, centurioni: non manca niente.

Usciti dall'antica Roma, ci dirigiamo verso Venezia. Camminare a Las Vegas non è facile. Prima di tutto per il caldo, che impone frequenti soste all'ombra per sfuggire al sole del deserto. Ma di ombra ce n'è poca, visto che l'obiettivo è quello di farti entrare a prendere il fresco dentro gli alberghi, dove puoi giocare o fare acquisti. Inoltre è quasi impossibile attraversare la strada (qui anche le strade sono enormi) se non passando sui ponti sopraelevati che collegano un albergo all'altro, ovviamente sotto il sole a picco, così quando entri nell'albergo quantomeno ti vien voglia di andare al bar e poi, perché no, a giocare un po'. E infine c'è il problema della prospettiva: gli edifici sono così enormi che sembrano vicini, ma in realtà non lo sono affatto.
Eppure ogni fatica viene ripagata, quando si arriva a Venezia. Un capolavoro. Il trionfo del kitsch, così puro da sfiorare il sublime. Al Venetian trovate tutto: le gondole con i gondolieri che cantano, il Ponte dei Sospiri, Rialto, San Marco, tutto perfettamente riprodotto, fino alle targhe sui ponti. Uno spettacolo, insomma, con la ciliegina sulla torta di un aereo che vola nel cielo per scrivere un messaggio d'amore. 



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