I venerdì del libro (130°): I PESCI NON CHIUDONO GLI OCCHI

Da Marisnew
Cara Lilli,
come mia abitudine oggi che è venerdì aderisco all'iniziativa di HomeMadeMamma e ti presento un libro letto ad aprile insieme al Gruppo di Lettura Bryce's House: I PESCI NON CHIUDONO GLI OCCHI, di Erri De Luca.
Finalmente. E' stato il mio tanto sospirato incontro con questo autore. Lo tenevo in lista d'attesa da tempo, ma rimandavo. Poi, ad aprile appunto, la lettura condivisa con le ragazze del GdL mi ha fatto fare il primo passo verso Erri De Luca, scrittore osannato da più persone ma anche ridimensionato da altre. 
Dovevo proprio farmi un'opinione personale, era necessario: ed adesso ce l'ho.
Non ti tengo oltre sulle spine: questo libro mi è piaciuto.
De Luca parla di quando aveva 10 anni (quando si comincia a scrivere la propria età con due cifre...) e si sentiva come imprigionato in un corpo che non ne voleva sapere di crescere e che lo faceva apparire sempre uno scricciolo, mentre lui dentro era maturato, aveva un animo profondo, conosceva il mondo degli adulti e aveva imparato a capirli (anche se non lo dava troppo a vedere, se no loro poi se ne risentivano...).

Lo spunto per parlare di sè a quella specifica età è dato all'autore dal racconto dell'estate trascorsa sull'isola di Ischia, senza legare con nessun coetaneo (anzi, litigandoci) tranne che con una ragazzina un pò fuori dal comune, un pò solitaria, amante degli animali, aspirante scrittrice.Sarà proprio lei a fare riferimento ai pesci che non chiudono gli occhi, in un'occasione molto delicata e importante che non voglio svelare per non togliere il gusto della lettura a chi ancora non conosce questo libro. Insomma: uno scritto che mi ha colpito.

Però è stato un pò strano per me l'evolversi della lettura: 
- all'inizio ho pensato che era un libro bello, piuttosto originale; 
- verso la metà ho iniziato a pensare che in effetti era un pò troppo slegato, un'insieme di pensieri anche belli, di profonde riflessioni, senza però un vero legame tra loro tranne forse che per la storia della ragazzina, con divagazioni che parlavano del presente o di altre epoche del passato; 
- poi ancora, arrivando verso la fine, mi sono resa conto che mi era piaciuto davvero!!
Non so come spiegarlo: proprio nelle ultime pagine ho sentito che mi ero legata a quel bambino di 10 anni, ma anche a quell'uomo che scriveva di sè bambino...ho sentito che i suoi pensieri mi avevano affascinato e mi erano entrati in cuore senza che me ne accorgessi subito, ma pian piano, silenziosamente, un pò alla volta.
Ci sono passaggi molto poetici, si potrebbero tirare fuori un sacco di citazioni.
Non so se altri libri di questo autore mi piaceranno allo stesso modo, ma proverò senz'altro a leggerli, adesso che ho "rotto il ghiaccio".

<<"Sarò un pò fredda con te sulla spiaggia, non ci badare. Non faremo il bagno insieme. Proveremo a vederci di pomeriggio, intesi?" Dissi un si confuso, lei mi prese la mano sottì'acqua e me la strinse. Non era madreperla nè pane, era corrente.>>
<< A settembre succedono giorni di cielo sceso in terra. Si abbassa il ponte levatoio del suo castello in aria e giù per una scala azzurra il cielo si appoggia per un poco al suolo. A dieci anni potevo vedere i gradini squadrati, da poterli risalire cogli occhi. Oggi mi contento di averli visti e di credere che ci sono ancora.>>
<<A un bivio ci separammo, sciogliendoci le mani senza necessità di altro saluto. [...] La vita aggiunta dopo, lontano da quel posto, è stata una divagazione.>>
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