I venerdì del libro (57°): LA ZIA JULIA E LO SCRIBACCHINO

Creato il 07 ottobre 2011 da Maris

Cara Lilli,

oggi per la rubrica del venerdì nata come ben sai da un'idea di Paola di HomeMadeMamma, ti parlo del libro che ho terminato di leggere ieri sera, sempre seguendo il Gruppo di lettura Bryce's House: LA ZIA JULIA E LO SCRIBACCHINO di Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura 2010.

E' un romanzo con riferimenti autobiografici ambientato a Lima, in Perù, che narra la storia d'amore un pò fuori dagli schemi del 18enne Mario e una sua zia acquisita (in realtà sorella della moglie di un suo zio), 32enne boliviana, divorziata.

Mario è uno studente universitario di giurisprudenza, lavora in una radio al Servizio Informazioni, ma il suo grande sogno è diventare un famoso scrittore.

La sua storia con Julita (così è anche chiamata dall'autore) prima segreta, poi venuta allo scoperto e osteggiata in ogni modo dai familiari, viene narrata a capitoli alternati con le storie inventate da un romanziere un pò folle che lavora alla stessa radio di Mario, il boliviano Pedro Camacho.

C'è da dire che la storia principale mi ha coinvolto e mi è piaciuta, mentre i romanzi radiofonici di Camacho, delle vere e proprie soap opera (per dirla con un termine più attuale), all'inizio mi hanno fatto sorridere per la loro originale ma ad un certo punto mi hanno un pò stancato e mi veniva quasi voglia di saltarli. Troppo esageratamente assurdi, anche se era proprio questo ciò che Vargas Llosa voleva che fossero: sempre più folli di pari passo con l'aumentare della follia di Pedro Camacho.

Ad ogni modo un libro più che discreto direi, Lilli. Se capiterà l'occasione leggerò volentieri altre opere dello stesso autore.

<<Quello stesso giorno, all'ora di pranzo, vidi la zia Julia per la prima volta. Era la sorella della moglie di mio zio Lucho ed era arrivata la sera prima dalla Bolivia. Divorziata da poco, veniva a riposarsi e riprendersi dal suo fallimento matrimoniale. - In realtà, a cercarsi un altro marito - aveva sentenziato in una riunione familiare la più linguacciuta delle mie parenti, la zia Hortensia.>>