I veri motivi del boicottaggio Invalsi

Creato il 13 maggio 2015 da Pedagogika2

L’Invalsi (ente ‘autonomo’ il cui presidente è nominato dal Ministro) è il perno essenziale del Sistema Nazionale di Valutazione, secondo il DPR 80/2013. Ha in capo l’intera modalità tecnico-scientifica della valutazione, sulla base degli standard di ambito europeo e internazionale. Elabora i test per tutti gli ordini di scuola; definisce gli indicatori di efficienza e di efficacia in base ai quali individuare le istituzioni scolastiche che necessitano di ispezioni; cura la selezione e la formazione degli esperti dei nuclei di valutazione; redige i rapporti sul sistema nazionale scolastico; partecipa alle indagini internazionali; elabora il Rapporto di autovalutazione (RAV) che le scuole in questi giorni devono affannosamente compilare.Il RAV individua tre aree di analisi - contesto, esiti e processie restituisce in una graduatoria comparativa i risultati dei test Invalsi di ogni singola scuola, sulla base di confronti statistici con scuole ‘analoghe’ e rispetto a valori medi di riferimento. Destinando all’assoluta irrilevanza tutte le modalità di valutazione degli apprendimenti adottate dai docenti, che ben poco hanno a che fare con risposte a crocette e quiz. Mentre è utile ricordare che, nel documento teorico di riferimento del SNV (Invalsi 2008), gli autori auspicavano una valutazione multidimensionale, che osservasse anche aspetti fondamentali della nostra cultura scolastica non rilevabili attraverso l’esclusiva somministrazione di prove standardizzate, quali ad esempio la verifica della capacità di esposizione orale o di composizione di un testo, la capacità di esposizione critica e sistematica del proprio pensiero, la capacità di cogliere ed esprimere i nessi fra più discipline, la capacità di "produrre" opere complesse Negli ultimi anni le riflessioni critiche sull’attendibilità, sull’affidabilità e sulla significatività dei test sono straordinariamente aumentate. In Italia e nel mondo. Analisi comparate tra i diversi sistemi di rilevazione degli apprendimenti e del loro ruolo nei processi di valutazione delle scuole rivelano tutte gli stessi limiti di queste pratiche di misurazione ormai globalmente diffuse.Uno fra tutti, il principio di ‘misurazione della temperatura del termometro’ dei test OCSE PISA e Invalsi,  ovvero il modello di Rasch, che non garantirebbe affatto quell’oggettività dei risultati spacciata come panacea di tutti mali della scuola.  Il 30 aprile il MIUR ha pubblicato la piattaforma del Rapporto di autovalutazione redatta dall’Invalsi. Nella sezione ‘Valutazione’ alla voce ‘Esiti a distanza’ le domande guida iniziano tutte con qual’ è scritto con l’apostrofo. L’Invalsi ha appena ricevuto, nella Legge di stabilità 2015, un finanziamento di 10 milioni di euro, a fronte dei 40 milioni di euro di tagli alle scuole per l’autonomia e il funzionamento amministrativo.Da una Ministra linguista, che avrebbe tutti gli strumenti per correggere i documenti ufficiali, ci saremmo aspettati di più. Non è la prima volta che ci si pone il problema di chi controlla i controllori dato che, errori grossolani ce ne sono stati tanti anche in passato. Da chi pretende di controllare il mondo scolastico ci si aspetterebbe di meglio.E a questo punto, il  boicottaggio dei test Invalsi può essere considerato deontologicamente corretto.

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