Il “primo round” delle primarie del centrosinistra per il candidato a presidente del consiglio per le prossime elezioni politiche è terminato: Bersani al 44% e Renzi al 36%, questi i risultati riguardanti i due principali competitor che dovranno andare domenica prossima al ballottaggio.
Circa 4 milioni di persone hanno votato e riguardo a ciò molti hanno definito l’evento come la “rinascita” della democrazia da tempo “maltrattata e bistrattata”.
Certo una partecipazione così ampia non può che “far bene” alla democrazia, ma tutto il resto?
Innanzitutto già da tempo sembra che ci siano tutte le condizioni per la riproposizione di un nuovo governo di “larghe intese” con a capo magari Monti e una nuova “schiera” di tecnici.
“Il Regno di Monti”, nonostante i continui “assalti” venuti dai vari Grillo, Renzi, dall’astensionismo che non “arretra”e come ultimo dal “bagno di folla” delle primarie del centrosinistra, nonostante tutto ciò ancora sembra essere “in piedi”, “forte e saldo”, ma soprattutto “inattaccabile”, sostenuto anche, come si è visto ultimamente, da “Italia futura” di Montezemolo e da Fini e da Casini.
Molti pensano che un’eventuale vittoria di Renzi porterebbe il PD al 40% alle prossime elezioni politiche; altri pensano che una “molto probabile” vittoria di Bersani “allargherebbe” il consenso del PD, ma non da condurlo al 40%. Riflettendo sulla seconda ipotesi forse un “Agamennone-Bersani” con “al suo servizio”il “prode” “Achille-Renzi”, secondo molti una coppia “invincibile”, potrebbe davvero portare il PD a risultati “insperati” finora “sbaragliando” sia il centrodestra che Grillo. Le ultime ipotesi forse sono solo fantapolitica e dopo quello che è stato detto finora la cosa essenziale rimane la grande partecipazione elettorale di una “domenica autunnale particolare”.
Secondo alcuni commentatori la giornata di ieri con la partecipazione così ampia ottenuta è un ottimo “deterrente” contro la demagogia, il populismo e l’antipolitica. Questo forse sarà vero ma non basta se non è accompagnato da un futuro cambiamento “radicale” che tanti italiani aspettano da decenni, il quale cambiamento “risollevi” il nostro paese dal declino inesorabile in cui versa.