Se vi chiedessero quale sia la prima cosa che vi viene in mente pensando a Roma, sono sicuro che avreste difficoltà a scegliere quale mettere al primo posto e si cadrebbe anche nel rischio di confondere la straordinaria bellezza della nostra città con tutte le brutte cose che, purtroppo, stanno danneggiando la sua eterna immagine. Roma racchiude tutto quello che la storia può averci dato, non vi è epoca che non trovi qui la sua espressione e di questo noi romani non possiamo che esserne fieri, anche se spesso ci dimentichiamo di quanto siamo fortunati solo per essere nati e vivere in questa città. C'è la Roma che tutto il mondo conosce e per la quale la gente arriva da tutto il pianeta, ma esiste anche una città più intima, più segreta, una città che è come se fosse racchiusa in uno scrigno ed è la Roma dei vicoli, delle piazzette, dei cortili. E' la città che si nasconde al traffico delle grandi arterie, è la città che cerca ancora di preservare quelle caratteristiche che sono la sua anima, resistendo alla modernità che la invade e la stravolge. E' un labirinto di piccole strade che si snodano intorno e a ridosso di tutti i luoghi che hanno reso celebre Roma nel mondo: li trovi vicino a Fontana di Trevi, alle spalle del Foro Romano, nei pressi del Colosseo, sotto il Quirinale, nei dintorni di Campo de Fiori. Il miglior modo per entrare nell'anima di questi vicoli è andarci, come ho fatto io, in orari e in giorni in cui sono meno trafficati, possibilmente da soli, con il cellulare spento, lasciando i pensieri a casa, e pronti a sorprendersi.
Sorprendersi, come e di cosa?
Camminando a testa alta e con lo sguardo attento: si aprono davanti agli occhi scenari di incomparabile bellezza e fascino, dove può capitare che l'antico si confonda al barocco, dove la cupola di una chiesa si integra in una torre medievale, in un crogiolo di stili architettonici che solo una città "eterna" può dare.I vicoli di Roma dove gli artigiani avevano le loro botteghe ed infatti ancora oggi molti di questi vicoli ricordano mestieri che non ci sono più: cappellai, calzolari, chiavari, giubbonari, botteghe che hanno fatto da scena a tanti film del neorealismo ed erano l'anima della nostra città. Oggi queste botteghe non esistono quasi più, rimane traccia su qualche scritta, ormai cancellata dal tempo, le generazioni che si sono succedute hanno preferito vendere o adeguarsi alla modernità e così quella che era la trattoria è diventata un wine bar, dove prendevi il latte ora c'è il mozzarella bar, dove mangiavi un bel piatto di rigatoni cacio e pepe oggi trovi il kebab, dove aspettavi la "vignarola" che ti vendeva frutta e verdura del giorno trovi l'angolo biologico.