La kermesse ha avuto svolgimento attraverso cinque settimane di proiezioni, relative ai dieci documentari finalisti, cui hanno partecipato quasi 10.000 spettatori, coinvolgendo il pubblico di ben 13 città, ottenendo un notevole successo non solo in Italia (Roma, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Nola, Nuoro, Palermo, Torino) ma anche in quattro capitali europee (Barcellona, Berlino, Londra, Parigi).
“Accanto al proposito di rendere visibili film di alto livello tecnico e narrativo, tra gli scopi della manifestazione c’è quello di dimostrare che, avendone la possibilità, il pubblico va volentieri in sala a vedere film documentari”, hanno spiegato i direttori del Festival, Christian Carmosino e Emma Rossi Landi.
Agostino Ferrente, Enzo Della Volpe (uno dei protagonisti de “Le cose belle”) e Giovanni Piperno. Foto di Giulia Granata
Dei cinque film finalisti della Sezione Italiana, protagonista assoluto si è rivelato Le cose belle, di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno: girato in due momenti diversi a distanza di dieci anni, il film racconta la difficoltà nel diventare adulti di quattro ragazzini napoletani e si aggiudica il Doc/It Professional Award, premio di categoria per il miglior documentario italiano dell’anno, del valore di 3.000 euro offerti da Doc/it Associazione Documentaristi italiani.
Il film e gli altri quattro finalisti sono stati votati da un Academy di circa 150 professionisti tra registi, produttori, direttori di festival e critici che si occupano di documentario. Ma Le cose belle ha conquistato anche gli spettatori, ottenendo altri due importanti riconoscimenti, ovvero sia il Premio del Pubblico Italiano (1000 euro offerti dall’Associazione 100autori) che il Premio del Pubblico Europeo (un premio in distribuzione a Londra, Parigi e Berlino messo a disposizione dagli Istituti Italiani di Cultura).Tutti i finalisti italiani hanno inoltre ricevuto riconoscimenti in premi tecnici.
Sbaraglia la concorrenza con una percentuale davvero elevata (4,41 su 5 di gradimento) il documentario Call Me Kuchu delle autrici americane Katherine Fairfax Wright e Malika Zouhali-Worral. Il film ha partecipato a più di 100 festival e ha vinto decine di premi tra cui il Teddy Award per il miglior documentario al Festival di Berlino 2012 e l’Amnesty International Human Rights Award al Festival di Duirban 2012.
A Il Mese del Documentario Call Me Kuchu, incentrato sulle vicende estremamente attuali degli attivisti LGBT in Uganda, vince il Premio del Pubblico Doc.International di 1.000 euro offerti da Doc/it.
Il Mese del Documentario è diretto da Christian Carmosino e Emma Rossi Landi per Doc/it Associazione Documentaristi Italiani con il sostegno di Mibact, Mise, Cinecittà e la collaborazione della Casa del Cinema di Roma e dell’Associazione 100autori.
Doc/It Professional Award come miglior documentario italiano dell’anno: Le cose belle (Agostino Ferrente e Giovanni Piperno). Premio del Pubblico Italiano: Le cose belle (Agostino Ferrente e Giovanni Piperno). Premio del Pubblico Europeo: Le cose belle (Agostino Ferrente e Giovanni Piperno). Premio Doc.International: Call Me Kuchu (Katherine Fairfax Wright e Malika Zouhali-Worrall). Premio Aamod: Il libraio di Belfast (Alessandra Celesia). Premio AMG: Il gemello (Vincenzo Marra). Premio Inhouse: Materia oscura (Massimo D’Anolfi e Martina Parenti). Premio Augustus Color: Noi non siamo come James Bond (Mario Balsamo e Guido Gabrielli). Premio Fake Factory: Le cose belle (Agostino Ferrente e Giovanni Piperno). Premio al Miglior Spettatore: Cristiana Scoppa.