Durante il G20 svoltosi a Cannes la settimana scorsa, i potenti della terra, oltre che discutere della grave crisi che attanaglia le economie mondiali, hanno avuto il tempo di apprezzare anche il vino prodotto dai monaci dell’abbazia delle isole Lerins, proprio di fronte a Cannes.
isola di saint honorat
I monaci dell’abbazia coltivano 8 ettari di vigneto nell’isola di saint Honorat, proprio a qualche miglia da Cannes. Sin dal 405 D.C. i monaci si sono installati su queste isole e da circa 16 secoli praticono e seguono gli insegnamenti di Saint Benoit, tra i quali esiste anche la coltura della vigna. I monaci, una volta che attraversano la porta del convento, devono sottostare a regola abbastanza rigide : per esempio devono vivere con quello che la terra offre, devono abbandonare ogni ricchezza, il loro motto non è di diventare ricchi ma dei essere utili ed aiutare le comunità. Con i proventi delle circa 40000 bottiglie prodotte annualmente aiutano direttamente altri 4 monasteri più sfortunati, tra cui uno in Viet Nam.Nella parte centrale dell’isola si estondo 8 ettari vitati, suddivisi perfettamente tra varietà bianche e rosse. L’isola di Saint Honorat ( superficie totale di 42 ettari) ha un suolo molto vario composta da una roccia madre de Giurassico con un sottosuolo calcareo ricco in manganesio ed argilla.” Questi due elementi regalano al vino un’acidità rimarcabile e note iodate molto importante, un pò come i famosi agnelli “prè-salè” della Normandia” Spiega l’enologo svizzero Jean Michel Novelle che insieme al “fratello” Marie Paques è l’artefice di questi vini. Un piccolo appunto per quanto riguarda gli agnelli prè-salè della Normandia: cosa sono? Sono ovini che pascolano nelle terre soggette a bassa ed alta marea intorno all’isolotto di Mont Saint Michel, in Normandia. Il loro cibo, cioè erba ricca di sale e iodio conferisce alle loro carni un’inimitabile sapidità.
Proprio Marie Paques affrma che quando arrivò qua per la prima volta, circa 20 anni fa, preferiva l’acqua al vino ma poi spinto anche dai consigli di Jean lenoir, l’inventore del ” Nez du Vin”, decisero di piantare Chardonnay e Pinot Noir. I venti monaci dell’abbazia ora si occupano anche di Syrah, Clairette e Mourvedre. Scherzando, ma non troppo, il fratello Marie Paques dice che il loro Pinot Noir dovrà essere famoso come quello della mitica Romanee Conti!!! Devo dire che Marie Paques è l’esempio di un economo e manager moderno, intento a fare conoscere i loro prodotti in tutto il mondo per poi potere aiutare tutte le comunità che hanno bisogno.
frere Marie Paques al g 20 con le sue bottiglie
Le bottiglie servite durante i pranzi del G20 sono state lo Chardonnay Saint Cesaire ed il Pinot Noir Saint salonius.
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