I vivi, i morti, e gli altri

Da Gloutchov
Lo so! Come ho letto su tanti blog dedicati al mondo del libro, o al mondo del fantastico, non se ne può più di libri che parlino di vampiri, o di zombie, o di angeli caduti. C'è una inflazione eccessiva su queste tematiche e... Probabilmente questa recensione vi farà esclamare «Oh, no! Un'altra!».
Però vi assicuro che, quando si parla di Claudio Vergnani, tutto cambia. I vivi, i morti, e gli altri è un libro sugli zombie, è vero, ma c'è molto di più all'interno di quelle pagine. E ora vi spiego perché. Ma dovete avere un po' di pazienza, perché bisogna dare spazio anche alla trama del libro, no?
Il libro ci racconta di un ex militare di nome Oprandi. Lui si trova nel bel mezzo della rinascita dei morti. Il mondo sta lentamente cambiando e i cadaveri si risvegliano uno dopo l'altro, tant'è che, essendo disoccupato, Oprandi decide di aprire una attività piuttosto remunerativa, ovvero dare una fine "definitiva" ai cari estinti che decidono di uscire dai propri loculi nei cimiteri. E' così che inizia il romanzo. Lui che accompagna una vecchietta alla tomba del marito. Se in questo contesto surreale rimane un barlume di normalità, questa è destinata a scomparire molto in fretta. Infatti, mentre tutti dormono sogni tranquilli nelle loro case, i cimiteri improvvisamente eruttano migliaia di zombie per le strade della città. E' il caos. Le forze dell'ordine non riescono a contenere questa mareggiata infernale. Le speranze scompaiono come lo spegnersi dell'ultimo cerino che rimane nella scatola di fiammiferi. Oprandi, in quel momento, è fuori città a recuperare il corpo del Dottor Ursini, padre di una cliente facoltosa, che in cambio di questa missione disperata, gli offre la sicurezza di una vita agiata (finché possibile) tra le alpi svizzere. Nella missione l'ex militare perde i suoi due compagni, ma decide di andare fino in fondo... e qui inizia la vicenda, che non è solo una storia tutta azione, morti ammazzati resuscitati, sangue e schifezze varie, è anche una avventura nell'animo umano.
Difatti gli zombie non sono altro che un mezzo che Vergnani sfrutta per scavare nel lordume delle nostre coscienze. L'autore sbriciola tutte le nostre certezze, i vincoli che ci siamo auto-imposti per creare una società civile, e poi ne analizza i risultati. Di sicuro ciò che scopre è poco... nobilitante. Oprandi scopre presto che nella sua folle avventura gli zombie sono probabilmente il pericolo meno... scusate il gioco di parole... pericoloso. I sopravvissuti sono probabilmente peggio dei risvegliati. Pochi sono quelli che mantengono una morale, che hanno pensieri nobili, che si prodigano per il prossimo. La sopravvivenza spinge la maggior parte delle persone ad agire come belve. La depravazione dilaga. Il desiderio di fare del male solo per fare del male non è più un tabù da combattere con i distintivi e le sofisticate tecnologie dei R.I.S.. Sopravvivere significa depredare. Sopravvivere significa fare figli a costo di stuprare donne, o di utilizzarle come fossero animali da allevamento in batteria. Sopravvivere significa dimenticare ogni valore... per lo meno, questo accade nella maggioranza dei casi. E così, in giro, Oprandi impara presto a diffidare di chiunque, dei vivi, dei morti (zombie), e degl'altri... ovvero dei vivi che però non hanno più nulla di civile/umano o di una parvenza di coscienza, di umanità.
Questo romanzo, quindi, diverte perché si tratta comunque di una storia "alla Vergnani" (e chi ha letto il 18° Vampiro sa di cosa sto parlando). I personaggi sono singolari, la narrazione passa dal drammatico allo scanzonato in uno schioccare di dita. Lo stile è diretto, ma non mancano citazioni illustri. La cultura dell'autore trasuda all'interno di questo romanzo, e lo trasforma in qualcosa di più di una semplice storia di intrattenimento. Non mancano sentimenti forti, come l'amore che travalica la morte, o l'affetto incondizionato di una bambina. Non mancano i momenti di passione, così come la violenza estrema si alterna a istanti di pura meditazione. Questo romanzo ha davvero tutti gli ingredienti, e non deluderebbe neppure il palato sopraffino di Gordon Ramsey. E se amate i videogiochi, ecco... magari, dopo aver letto questo libro, prenderete un pochino più sul serio le nozioni che vi si nascondono. E' tutta cultura, credetemi sulla parola (ma non la mia, quella di Vergnani, e del suo meraviglioso romanzo).

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