I Vivi, i Morti e gli Altri di Claudio Vergnani

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Nuovo libro di Vergnani per Gargoyle, questa volta con un romanzo slegato dalla trilogia vampirica che ha collezionato recensioni più che positive e un nutrito seguito di lettori. Questa volta, al posto del vampiro, Vergnani rielabora, o meglio, dice la sua su un altro mito molto amato dai seguaci dell’horror di tutte le età, che in questo periodo sta rivivendo un momento particolarmente fortunato come non succedeva dall’epoca dell’ottima trilogia di papà George Romero. Ma se conoscete bene Vergnani, saprete che non dovete aspettarvi una banale avventura da due soldi, fatta solo di sparatorie, morsi improvvisi ed eroi duri e puri. Il seguito nelle considerazioni.

Copertina

Trama

Oprandi è un ex soldato di mezza età, che cerca di sbarcare come può il lunario. Durante l’apocalisse zombie che sta mettendo in ginocchio l’Italia, ma forse anche il resto del mondo, accetta un incarico dalla signora Ursini, ricca e facoltosa donna, che chiede di recuperare la salma del padre nella cripta di famiglia in montagna, e portare il probabile cadavere rianimato in Svizzera, in modo che lei possa celebrare il suo secondo funerale.
Senza indugi, allettato dall’idea di mettersi al sicuro in Svizzera, terra dichiarata per ora sicura, Oprandi decide di compiere la missione, a rischio della vita per salvarsi il futuro. Una bella scommessa, che mette in atto arruolando due giovani, Remo e Jasmine, che diverrà in pochi attimi il suo punto di riferimento e la donna della sua vita. Ma qualcosa va storto, e non a causa degli zombie.

Claudio Vergnani (foto di Caterina Bovoli)

Considerazioni

A questo punto della sua carriera di scrittore, sarebbe stato facile per Vergnani mettersi al sicuro scrivendo qualcosa di simile ai predecessori (tra l’altro dissimili già tra loro, per stile e struttura e situazioni), provando magari a ripetere una formula collaudata. Invece ci sorprende, con un romanzo che ha due o forse più livelli di lettura. In prima battuta, i fan dell’apocalisse zombie godranno nelle descrizioni precise e angoscianti di Oprandi, che in prima persona ci descrive il rapido declino dell’umanità, delle città e della civiltà. Poi ci si addentra invece in territori sconosciuti, o meglio, che vorremo non conoscere, ma che in caso di un’apocalisse ci dovremmo per forza di cose camminare. La perdita della ragione di alcuni, il dilagare della violenza, i pregiudizi e la fiducia tradita, ma anche la tenacia di pochi, per poi riscoprire alcuni valori, positivi e negativi. Insomma, la costante che va attribuita a Vergnani, che è allo stesso tempo un merito, è lo scavare nell’individuo e nella società, riuscendo a delineare un profilo credibile di quello che accadrebbe in casi estremi come quello del libro.
Per riuscire però in queste cose, è necessario che tutto sia credibile: il mondo e i personaggi, persone normali, che vivono alla giornata, con le loro delusioni e i loro problemi, non fighetti da film americani. Persone che tendono a riflettere su come arrivare a sera già in un mondo intonso. Questo permette che l’alchimia funzioni, e che gli zombie non siano fuori posto, quasi da renderceli reali e la situazione possibile da un momento all’altro. Così funziona questo ottimo libro, scritto sempre con uno stile magistrale, forse più malinconico ancora dei precedenti, che lascia però comunque spazio a un po’ di ironia e a speranza.
Un’ennesima riconferma insomma di questo autore, a mio avviso e di molti altri, una punta di diamante della nostra letteratura di genere e non, una delle voci più interessanti che sappiamo avere ancora molto da dire.


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