Tra questi, c'è Her, un film che mi aveva incuriosito dalla sua uscita nelle sale e che ero sicura avrei detestato e trovato vagamente inquietante.
Mi aspettavo un'accozzaglia di luoghi comuni e ovvietà. Una storia banale che mirasse a raccontare che l'amore virtuale non è mai bello come l'amore vero. E ammetto che il fatto che il fatto che fosse stata scelta la Johansson come voce di cui innamorarsi mi irritava, dato che trovo sia sexy come un pesce lesso (la voce, non il suo corpo). Ma ne avevo anche sentito dire molto bene, e il dubbio di avere torto io mi era rimasto. Ho premuto registra la sera in cui è andato in onda e recentemente l'ho finalmente visto.
La storia è presto detta: in un futuro non molto lontano vengono creati sistemi operativi intelligenti che imparano dai loro errori e hanno una loro personalità. Nel giro di poco tempo molti si innamorano di questi sistemi e nascono coppie miste. Noi seguiamo una di queste storie, fino alla sua fine (che non vi svelo, ma una punta di banalità ce l'ha anche se è abbastanza inaspettato).
Inizialmente ho giudicato la storia come al limite della fantascienza. Poi man mano, lo ammetto, ho accettato il punto di vista del film che racconta l'amore in una sfumatura diversa, relativamente privo di pregiudizi. Ed è forse questo l'aspetto che mi è piaciuto di più, quando appunto il protagonista confida i suoi dubbi su una storia d'amore virtuale alla sua amica e si sente rispondere che forse l'amore è l'unica forma di insanità mentale ammessa nel nostro mondo e che tutto è estremamente fugace per cui, finchè dura, bisogna "autorizzarsi" alla gioia. Ecco. Questo è un pensiero che mi è sembrato valido per tutte le storie d'amore, con chiunque. In fondo, se è vero com'è vero che ci innamoriamo soprattutto della testa di una persona e non del suo fisico o dei suoi capelli nè della sua altezza, perchè allora non di un essere che è "puro spirito"?Comunque, per tutto il film ho temuto il momento in cui il sistema si impallava e andava resettato. :D