IBM e le sfide dei nuovi mercati

Da Investireoggisicuro

IBM non è nuova a modifiche al proprio business, modifiche anche profonde. Non ci si può dimenticare, ad esempio, di quando nel 2005 vendette la propria divisione dedicata alla produzione di PC consumer e prosumer a Lenovo. Una decisione che all'epoca fece scalpore, ma che oggi possiamo dire si sia rivelata azzeccatissima, guardando alle difficoltà in cui versano aziende come Dell e HP.

Oggi IBM si trova in una situazione simile. Il mercato Server, il quale ha scoperto le tecnologie a basso consumo, sta per essere invaso da SoC parenti stretti di quelli che equipaggiano Tablet e Smartphone. IBM, produttrice di CPU ad elevate prestazioni, e quindi con elevati consumi, si sta trovando spiazzata. I notevoli investimenti degli anni passati potrebbero risultare inutili. Le FAB di sua proprietà, aggiornate ai processi produttivi più moderni, sono infatti dedicate a chip ad alte prestazioni, e quindi inservibili per i SoC oggi tanto di moda. I propri processori PowerPC, inoltre, potrebbero scomparire molto presto, considerate le loro caratteristiche.

Per ovviare al secondo problema, Big Blue ha recentemente fondato la Open Power Union, sul modello di licenze di ARM, mentre per il primo problema ancora non si è trovata la soluzione: vendere le proprie FAB o trovare dei clienti esterni?

Venderle sarà molto difficile, in quanto i soli costi di aggiornamento ammontano a svariati miliardi di dollari, ed almeno quelli vorrebbe recuperarli, mentre trovare dei clienti per la produzione di chip poco richiesti dal mercato sarà molto dura.

Se a tutto questo aggiungiamo le difficoltà di IBM nel rendere profittevole l'attività di Cloud Computing, come riportano alcuni analisti di Wall Street, abbiamo un quadro abbastanza completo delle sfide che dovrà sopportare la casa statunitense.

Se non riuscirà a rimettersi in pista alla svelta, il titolo di IBM potrebbe ricevere dei contraccolpi notevoli.