Ibra al Milan, l’analisi

Creato il 29 agosto 2010 da Gianclint

L’operazione: la nostra felicità, le nostre domande.

Ibrahimovic al Milan. Solo un anno fa poteva sembrare fantacalcio, eppure è la verità, la pura verità. Quanti di voi non si sono stropicciati gli occhi davanti alla prima pagina della Gazzetta Sportiva di oggi? “Sogno o son desto?”
Siamo desti più che mai, per usare il gergo mameliano “il Milan s’è desto”.

Una felicità enorme, addirittura doppia, se possibile, perché a parte l’aspetto tecnico e l’endorfina conseguentemente rilasciata dal cervello, noi milanisti, da più di un anno forzatamente contabili improvvisati, siamo più di altri attenti al bilancio della società… e sapere da Yellow Tie che Ibrahimovic sarà (speriamo, è sempre un DIRITTO di riscatto) pagato il 65% in meno di quanto il Barça lo pagò lo scorso anno non può che farci tirare un sospiro di sollievo.
Sospiro che diventa sospirone sapendo le cifre dell’ingaggio (queste non ufficiali): passare da 12 milioni netti a 8 vuol dire un decurtamento pari al 33%. Rimangono una montagna di soldi per una società che negli ultimi anni è stata attenta al proprio bilancio più di altre e bisogna vedere come reagiranno i capoccia del nostro spogliatoio (che non sono secondi a nessuno), ma questo aspetto lo tratteremo più avanti.

Ronaldinho-Ibrahimovic-Pato, dunque. Iniziali che formano – come ci ha fatto notare una nostra amica sul forum – l’eloquente sigla R.I.P., riposa in pace. Per le difese avversarie, speriamo, ma temiamo anche per la nostra, o magari per il nostro centrocampo.
Rimane infatti una questione tattica aperta: il centrocampo, appunto.

Nel film “Il Maledetto United” assistiamo ad un dialogo tra Brian Clough e Peter Taylor che più o meno recita così:

Clough: “Sei un genio, Pete! Un fottuto genio! Ma come l’hai capito?!”
Taylor: “Per me era ovvio: McGovern a centrocampo, Mackay in difesa e O’Hare in attacco. Sono come lo spiedo… quello che regge lo Shish Kebab.”

Non scopriamo nulla di nuovo, per fare una grande squadra ci vuole una grande spina dorsale: ma se in difesa c’è Thiago Silva ed in attacco Pato a centrocampo manca la vertebra essenziale, forse la più importante per tenere in piedi una squadra.
Una volta avevamo la cantilena Gattuso-Pirlo-Seedorf a tenerci a galla in mezzo, oggi? Tenendo presente che il mercato non è ancora chiuso (sul Night lo analizzeremo una volta concluso) l’arrivo di KPB e gli innesti di Strasser e Merkel dalla Primavera sono buoni ma insufficienti per un reparto che da troppo tempo ha bisogno di un profondo rinnovamento: nel 2003 a Manchester c’erano i tre sopracitati, nella scorsa stagione il solo Gattuso ha fatto spazio ad Ambrosini, chilometraggio più basso del calabrese, ma più problemi fisici nel corso degli anni ed età più elevata.
È di per sé complicato trovare un assetto equilibrato avendo in attacco tre punte come le nostre che tornano raramente e malvolentieri, ancora di più se a reggere il peso dell’attacco e ad accorciare la squadra deve essere un reparto formato da due soli centrocampisti affermati sotto i trenta.
Non voglio certo togliere il lavoro ad Anfry – e nemmeno ne sarei in grado – , straordinario nelle sue analisi tattiche, ma a primo acchito pensiamo che Allegri avrà un gran daffare.

Ci rendiamo però conto che, almeno in questi giorni, i dubbi di natura tattica stiano lasciando spazio alla trattativa di Ibrahimovic, Leviatano mediatico ed emotivo della settimana.
Trattativa veloce, condotta magistralmente da Galliani e Raiola (mafioso e pizzettaro, ma probabilmente il miglior procuratore in giro, sotto molti punti di vista), ma che fa sorgere parecchie domande.
La prima è evidente: come può essere possibile che in un anno – non straordinario, ma nemmeno disastroso – uno come Ibrahimovic abbia visto il suo valore di mercato calare del 65%? E come può essere possibile che la trattativa si sia conclusa nel giro di quattro giorni, in questi termini?
I problemi di Ibra nello spogliatoio azulgrana li abbiamo già esposti, così come i precedenti contatti tra Raiola e Galliani (neanche tanto nascosti: tutte le visite in sede erano solo per Rodrigo Ely, no?), ma oltre questi aspetti un dubbio si è instillato nella nostra mente, anzi, due: Pato e Thiago Silva.

Sia chiaro, i complimenti alla dirigenza per l’operazione vanno fatti eccome, ma di certa gente continuiamo a non fidarci. “La prima volta che ti chiamano asino gli dai un pugno sul naso, la seconda volta che ti chiamano asino gli dici stronzo, ma la terza volta che ti chiamano asino, beh, forse è ora che ti vai a comprare una soma” diceva il Rabbino in Slevin, e dal momento che noi asini non siamo e non lo siamo mai stati, viviamo sul “chi va là”.
I nostri due gioielli brasiliani sono di fatto gli unici due giocatori (Ibra escluso, va da sé) potenzialmente appetibili per una big come il Barça, che in futuro non è da escludere possa essere interessata a loro.
È dunque lecita la domanda che ci sorge spontanea: che in futuro possa esserci per il club catalano una corsia preferenziale (se non addirittura un’opzione) per il 7 e/o il 33? Possibile, visti i modi con cui si è svolta la trattativa, ma per ora è un dubbio e nulla più.

Ciò che è certo, invece, è il drastico cambio di registro del nostro mercato e della nostra dirigenza: se con Yepes siamo andati su un parametro zero e se con Amelia, Boateng e Papastathopoulos abbiamo concluso affari con Preziosi in prestito o comproprietà cedendo a nostra volta le metà di alcuni giovani, per Ibra potremo e dovremo arrivare a spendere quasi 90 milioni di Euro in quattro anni, tra cartellino ed ingaggio… ma se il primo sarà pagato in tre rate da 8 milioni a partire dall’anno prossimo, i 16 milioni lordi del secondo – stipendio più alto della squadra – vanno versati tutti e subito nelle casse di Ibra. Non male per una società che pareva avere occhi solo per il bilancio.
Questo repentino cambio di rotta ha dunque quale motivazione? Politico-propagandistica? Una reale volontà di rafforzamento? Un reale re-innamoramento? Su questa questione ci piacerebbe conoscere la vostra opinione, utenti del Night. Ognuno di noi ha un’opinione diversa, ne siamo certi, e ci piacerebbe condividerla con voi in un dibattito nei commenti.

A proposito, oggi inizia il Campionato, per chi se lo fosse dimenticato. Seguite la diretta scritta sul Night – con un occhio al televisore, naturalmente – .
Partiamo per un lungo viaggio, speriamo ricco di soddisfazioni, divertimento e vittorie. Oggi ci sentiamo più forti, ma dobbiamo ricominciare ad esserlo veramente.


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