La giornata, inquadrata nel Progetto “Shoah” iniziato in occasione della Giornata della Memoria con la presenza del reduce di guerra nonché letterato Ingrati, si è svolta in due fasi. Presso il Campo di Ferramonti infatti i ragazzi hanno potuto vedere il sito dove sorgevano le baracche adibite alla prigionia e allo smistamento dei prigionieri che a partire dal 1940 lo hanno riempito. Storie belle come quella di Edith per esempio che sopravvissuta all’eccidio ebreo, oggi è una delle fedelissime testimoni di quell’orrore. Bello e significativo l’accenno anche al direttore del campo, Salvatori, che venne allontanato ad un certo punto, reo di troppa umanità nei confronti dei suoi prigionieri. Un campo questo che non è stato un lager propriamente detto appunto, perché chi vi sostava in attesa di raggiungere altre mete, vi trovava una parziale e relativa “vivibilità”, grazie a Salvatori, ma anche agli abitanti della zona che li aiutavano fornendogli di nascosto viveri che barattavano spesso con i sussidi governativi. Tante cose brutte anche: cimici che infestavano tutto, acquitrini che rendevano impraticabile il terreno circostante, comunque regole restrittive e soprattutto la paura di finire prima o poi in pasto ai tedeschi. Un viaggio insomma tra l’orrore riconosciuto e la voglia comunque di vedere quel minimo di positivo che si doveva per forza cogliere in un dramma di siffatta natura. Poi la comitiva si è spostata nella vicina Cosenza per un percorso questa volta che aveva quale carattere distintivo l’Unità d’Italia. I ragazzi avevano modo così di visitare il Vallone di Rovito, laddove negli anni ’30 è stato eretto un Sacrario per ricordare l’eccidio del 1844, quando furono fucilati tra i tanti anche Emilio e Attilio Bandiera. Poi ancora il Palazzo del Governo, la cui sala del consiglio rappresenta un capolavoro di arte e storia: le gigantografie di Ruggiero D’Altavilla, di Federico II, di Machiavelli e di Dante fanno da cornice ad altri splendidi affreschi. All’ingresso, quasi a voler ricevere un saluto solenne da chiunque vi entri, il busto marmoreo di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Infine veloce visita al Teatro Rendano altro capolavoro della Cosenza artistica e storica. Per i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Badolato diretto da Giuseppina De Vito, è stata una significativa esperienza: due percorsi, due importanti periodi, Risorgimento e persecuzione razziale, tante immagini, tante storie, uomini e donne che per una giornata almeno sono tornati non solo ad essere memoria, ma anche emozione. La stessa emozione che siamo sicuri questi ragazzi trasmetteranno ai loro coetanei e che conserveranno gelosamente nel piacevole e mai completo cassettino dei ricordi.
Vincenzo Marino da Infooggi
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