Nel frattempo vento gelido e umidità, in questo paese chiamato Akurery, in cui le nevi perenni delle montagne si specchiano nel fiordo, le barche a vela rimangono ferme in porto, nei negozi restano invenduti i capi estivi ed il circolo polare artico è ad un tiro di schioppo.Sul lungomare alcuni ragazzini del posto pescano indossano felpe colorate, a pochi metri da un grosso peschereccio in legno, attrezzato per il whale watching. Questa volta ce lo siamo fatti mancare, domani si riparte su una pista verso la capitale, tagliando il nulla da nord a sud. Diamo un rapido addio al mare del nord, con i suoi fiordi verdissimi, i pascoli ritagliati tra la costa e la neve, i suoi uccelli capricciosi in volo attraverso le nubi perenni.Stasera risotto e the caldo, come nei nostri miti inverni padani, sperando che bastino a scongiurare il pericolo assideramento. Al momento l'Ipad su cui scrivo, l'unica estensione del mio corpo ad avventurarsi fuori dal sacco a pelo insieme alla punta di un indice, resiste agli spifferi che filtrano attraverso i serramenti in legno di questo Bed and Breakfast all'antica.Conviene andare a letto con una risata, finché il termometro lo consente: ecco in video una rapida dimostrazione di quanto possa essere potente il vento d'Islanda. Sumar Wind, come dicono da queste parti.
Video: http://youtu.be/oOUp9X0Np6I