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Ich fahre, du fährst, er/sie fährt

Da Allthebeauty

Ich fahre, du fährst, er/sie fährtFoto presa qui.
Lo so, lo so che alle volte siamo un po' monotematiche, ma la questione lasciare l'Italia / rimanere in Italia è davvero fondamentale nelle nostre vite, soprattutto ultimamente, con Etwas alla ricerca di lavoro e io che odio il mio. Siamo in un periodo di transizione in cui lasciare tutto e partire sarebbe relativamente facile, si tratterebbe davvero soltanto di riempire qualche scatolone, capire come trasportare T., educarsi a pensare direttamente in lingua e non tradurre in un secondo momento. Il resto, la parte sostanziale, sarebbe da affrontare lì come qui, e forse, ci diciamo, forse lì sarebbe anche più facile. Per lo meno a Berlino gli affitti sono decisamente più bassi. Per lo meno lì potremmo avere dei diritti, dei figli (con calma, eh, siamo ancora giovani e spensierate, ma sappiamo bene che spostarci fra dieci anni sarebbe mille volte più complesso). Non si tratta soltanto di quello, certo.

Alla base c'è, ovviamente, la volontà di vivere (e far cresce quegli ipotetici, eventuali figli) in un paese più concorde con le mie idee di moralità, di responsabilità, di impegno e di diritti. Quindi, quando abbiamo scoperto del nuovo documentario di Gustav e Luca, intitolato Italy - Love it or leave it, non ci sono stati dubbi e siamo andate a vederlo alla prima al Milano Film Festival (riuscendo in qualche modo a comprare i biglietti e a non rimanere fuori come, purtroppo, molti altri).Il documentario, girato con molta più tecnica di Improvvisamente, l'inverno scorso ma forse con meno spirito, raccoglie una serie di storie, di esempi positivi e negativi, di immagini di questa Italia contemporanea.

L'impostazione dialettica fornita dalla diversa opinione dei due permette di presentare tantissimi dati e diverse motivazioni razionali e non, ma forse non del tutto una sincera opposizione di visioni. Benché Gustav si presenti, infatti, come inamovibile e deciso a lasciare il paese delle contraddizioni, della mafia, dei Berlusconi-fan, il nervo ottimista si avverte forte e costante fin dal principio, com'è giusto d'altronde per un documentario che vuole muovere e smuovere affinché, davvero, possa cambiare qualcosa.Io però non sono del tutto convinta, e ancora devo arrivare ad una decisione mia.Forse la differenza sta nella differenza d'età che pur esiste fra la me e loro. E se la loro è la generazione dei delusi, i primi che hanno sofferto dell'involuzione italiana e che, come dice Luca, ormai hanno le ali tarpate, forse noi siamo in una situazione anche peggiore, perché disillusi, diffidenti, ancor meno fiduciosi in un cambiamento.
Postilla: il documentario verrà trasmesso da Rai 3 ( in versione ridotta, 50 minuti azichè un'ora e venti) martedì ventun settembre alle 23 e 50.


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