Icona del cinema: Anne Hathaway

Creato il 27 dicembre 2013 da Monica @lovedlens
Occhi neri e profondi, sguardo penetrante e carattere da vendere. Anne di strada ne ha fatta e anche tanta, probabilmente spinta dal desiderio di seguire le orme della madre, a sua volta attrice. Di educazione cattolica, ha ammesso che all'età di undici anni ha pensato seriamente di consacrarsi come suora, ma dopo aver scoperto - all'età di quindici anni - l'omosessualità del fratello, decide di abbandonare per sempre una fede che condanna questo orientamento sessuale. Da allora infatti si definisce cristiana generica.
Con Il diavolo veste Prada, a fianco della grandissima Meryl Streep raggiunge la  popolartà e il successo mondiale, che la porta a lavorare non solo con registi importanti ma anche con grandi case di moda. Ammette di aver dovuto lottare per ottenere la parte in Les Misérables a causa della sua età«Tom (Hooper, il regista) sostiene di aver sempre avuto me in testa, ma per un po’ sembrava impossibile persino fare un provino perché qualcuno in produzione pensava fossi troppo vecchia per Cosette e troppo giovane per Fantine. Alla fine ha vinto Tom.» E non solo Tom. Il film è stato un vero e proprio successo che ha portato la Hathaway a vincere il suo primo Oscar, premio ottenuto non senza qualche sacrificio. Prima dell'inizio delle riprese ha dovuto seguire una dieta ferrea per diventare sottile come un giunco: prima seguendo il programma Master Cleanse a base di spremuta di limone, sciroppo d'acero e peperoncino, poi per riuscire a perdere altri 7 chili in due settimane, si è nutrita solo con due barrette di avena al giorno  «Sono dimagrita 11 chili e, in alcuni momenti, mi sentivo davvero stanca, non riuscivo nemmeno 
a cantare. Perdere tanto peso, per un corpo già snello come il mio, è un azzardo: avevo così fame che, 
certe notti, non riuscivo nemmeno a dormire. Ma 
non potevo rovinare tutta quella fatica per un pezzo 
di cioccolata!» avrebbe fatto di tutto per questo ruolo a causa del suo particolare legame con il personaggio: sua madre lo interpretò a teatro. Sarebbe stata una parte che sicuramente l'avrebbe lanciata tra le stelle del cinema, anche se alla fine preferì occuparsi della famiglia. «Quella scelta mi ha fatto spesso riflettere sulla profondità dell’amore che provava per noi figli. Ma solo ora – quando mi trovo all’apice di un successo che mai avrei pensato di ottenere, quando conosco la profonda gioia dell'essere attrice – mi rendo davvero conto, fino in fondo, del suo gesto. Sogno anche io di diventare madre, sento che amerò i miei figli con la stessa intensità, e mi chiedo che madre sarò. La risposta non ce l'ho ancora, ma non vedo l'ora di averla»Ma anche se ora è considerata una delle attrici più talentuose della sua generazione, si arrabbia moltissimo con chi con chi prova solo ad insinuare qualcosa sul suo passato e le sue scelte in fatto di film «Non mi importa molto. Sono stata fortunata: i personaggi che ho avuto sono tutti fantastici. Sono un’attrice, il mio lavoro è raccontare storie. Essere a mio agio o meno nel ruolo che interpreto è irrilevante. Il mio primo film, quando avevo diciotto anni, ha incassato oltre cento milioni di dollari, così il sequel. Non intendo per nessun motivo dire qualcosa di negativo della mia vita a Hollywood. Sarei patetica!» Sembra una che di certo non le manda a dire!

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