Sopravvissuto a mille eccessi e, potremmo dire, anche a se stesso, Bowie ha giocato con la sua immagine, come nessuno aveva mai osato fare prima.
A distanza di quasi quarant’anni, restano attualissime e fonte continua di ispirazione, le sue trasformazioni in Ziggy Stardust o The Thin White Duke (la seconda soprattutto, terribilmente glam) . In quegli anni era d’obbligo farlo se si voleva diventare qualcuno. E lui, non solo lo è diventato, ma continua ad essere credibile anche oggi, nonostante si sia ritirato dalle scene musicali già da qualche anno.
Ma attraversare quattro decenni, restando sempre fedeli a se stessi e reinventandosi continuamente, non è roba da tutti, concedetemelo.
Soprattutto senza avere l’ansia di dover a tutti i costi sottostare a certe regole commerciali, che uccidono la creatività.
Volendo citare il titolo del suo film più famoso, potremmo dire che “L’uomo che cadde sulla terra” ha rivelato un talento ed un’unicità che sopravviveranno nel tempo.
Quant’era avanti Bowie lo potete scoprire da soli cercando su youtube qualche suo videoclip degli anni ’70, io ne ho scelto uno che secondo me rappresenta bene quel periodo: “Life on mars”. Buona visione e… God save the duke!