Ida di Pawel Pawlikowski. 2014

Creato il 07 dicembre 2015 da Barbara2011
«E poi?».Non ce l’ha fatta Andrzej Wajda, non ce l’ha fatta Roman Polanski… Il suo primo Premio Oscar nella categoria “Miglior film straniero” la Polonia lo deve a Pawel Pawlikowski e alla sua “Ida” Polonia comunista, 1962.Anna è una novizia presso un convento di suore, in attesa di prendere i voti, la madre superiora, allora le svela di avere una parente in vita che non ha mai conosciuto (Anna è stata abbandonata da piccola nel convento) Prima di affidarsi completamente a Cristo è bene che lei la conosca. Zia Wanda è una donna che vive agli antipodi rispetto alla ben più riservata e se vogliamo austera nipote, scoprirà che in realtà si chiama Ida ed è ebrea: ma cosa avvenne ai suoi genitori, perchè lei è stata abbandonata? La Zia Wanda, in uno dei momenti più crudelmente poetici del film, si suiciderà sotto le note di un lp di Mozart, negando anch'essa qualcosa, la propria vita che era ormai era ridotta alla solitudine più cieca. Ma la sua morte assume la forma di un richiamo spirituale in Anna/Ida, che si ritroverà nella sua casa compiendo lo svestimento del suo abito religioso e con ciò di tutta quella parte di stessa che appartiene ancora ad "Anna". Sarà soltanto Ida. Liberata dalla convenzione del convento che le è stata segnata dalla prima infanzia, deciderà di vivere l'amore carnale con il musicista Lis. Eppure qualcosa si muove ancora dentro Ida. E si muove anche nell'immagine finale (di rara intensità), girata con una sorprendente telecamera a spalle (scelta stilistica estranea a tutto il resto del film), che ritrae Ida in abito religioso camminare verso l'obiettivo della mdp, sullo sfondo di una campagna notturna mentre autovetture e motocicli viaggiano nell'orizzonte, in senso opposto al suo. E' anche l'unica scena del film in cui interviene la musica extra-diegetica con le note di un piano che bisbigliano il toccante Ich Ruf Zu Dir Herr Jesus Christ di J. S. Bach. Ida non ritorna al convento, si incammina per la prima volta verso l'Altro (Cristo). Inquadrature fisse, lunghi silenzi, cupezza.I personaggi, specie nella prima parte del film, sono sempre disposti ai lati dell’immagine, oppure lo spazio sopra le loro teste è vistosamente eccessivo e, per così dire, “fuori posto”. Ida è un film sull'identità, la famiglia, la fede, il senso di colpa, il socialismo, la musica.La fotografia è stupenda, con un bianco e nero pulito, con grigi morbidi, che dà una connotazione temporale alla storia ma che vuole rimarcare soprattutto la difficoltà del momento vissuto dai protagonisti. Gioiello vero.

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