Pochi giorni fa, il presidente della federazione calcistica della Serbia Tomislav Karadzic, sul quotidiano Blic (che esce anche in Montenegro) ha rilanciato l’appello per una Lega dei Balcani del calcio, di cui si parla da almeno un biennio. “I tempi sono maturi. Se con me i presidenti delle altre federazioni sono pronti, tra un paio di mesi potremmo recarci da Platini. La struttura della Lega, che partirebbe dal 2014-2015, ce l’abbiamo pronta. Dobbiamo solo trovare unità tra le federazioni”. Ma Platini, n°1 dell’Uefa, ha già lanciato più volte segnali ai paesi della ex Jugoslavia sulla sua contrarietà all’operazione. Secondo lui troppi club dell’area non possono fornire le dovute garanzie economiche per un progetto così ambizioso.
La situazione per ora è questa. Se la Federcalcio serba (anche per “peso”) fa un po’ da capofila, c’è l’ok anche di Croazia, Slovenia, Bosnia, Montenegro, Macedonia e Ungheria. Sono per il “no” invece l’albania, che comunque non può proporre un club competitivo per la Superlega balcanica, e Bulgaria e Romania (anch’esse interpellate), che invece ritengono che i loro rispettivi campionati mantengono uno standard tutto sommato buono rispetto alle potenzialità dei due movimenti calcistici.
L’idea è di far nascere subito un torneo a 16 squadre. Ma i singoli club che ne pensano? Tanti sono entusiasti, dalle due big belgradesi Stella Rossa e Partizan, alle croate Hajduc Spalato e Dinamo Zagabria, agli sloveni Maribor e Olimpjia Lubiana, e altri degli altri paesi che rientrerebbero nei requisiti. Ovvio però, che senza Romania e Bulgaria, arrivare a 16 team per ora pare una chimera. A tanti club la cosa farebbe gioco per ragioni economiche, e per creare un nuovo campionato di riferimento nell’Uefa che possa infilarsi, col tempo, tra le prime 5 realtà del continente dove fanno la voce grossa sempre Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia.
E in effetti, da quando nei primi anni ’90 la Jugoslavia si è disgregata, i singoli tornei vivono di noia pura visto che a vincere sono sempre gli stessi club.
SLOVENIA: Dal ’92, il torneo è stato vinto per ben 10 volte dal Maribor, e aseguire 4 volte dall’Olimpja Lubiana.
CROAZIA: Qui il ricambio praticamente non c’è. In 20 tornei, la dinamo Zagabria ne ha vinti 14, la Hajduc Spalato 6.
BOSNIA: Qui, forse perché il livello è molto più basso, l’orizzonte è più vario. Lo Zeljeznicar vanta 5 titoli, Zenica 3, Sarajevo e Monstar 2.
SERBIA: Dupopolio netto come in Corazia: 13 titoli al Partizan, 6 alla Stella Rossa, 1 per l’Obilic.
MACEDONIA: Qui le big sono Vardar (6 titoli) e Rabotnicki (3). Entrambe vorrebbero la nuova Lega, ma Platini non ritiene nessun club macedone in grado di aderire al progetto.
MONTENEGRO: Questo paese ha il suo torneo da soli 5 anni, ed è il Buducnost (2 titoli) il club più blasonato. Ma per una Lega balcanica non è chiaro se può avere mezzi.
UNGHERIA, ROMANIA E BULGARIA: Essendo paesi balcanici che nulla hanno a che vedere con la ex Jugoslavia, hanno movimenti di più lunga durata, Romania in primis, il paese che si oppone più duramente perché vuole conservare la buona tradizione di club come Steaua, Rapid e Dinamo Bucarest o del Cluj. L’Ungheria, che da mezzo secolo vive nella mediocrità, vuole aderire. Il Debrecen, primo club magiaro degli ultimi anni, ha già detto sì. L’altro che aderirebbe è il Frencvaros. In Bulgario, sono perplessi i club di Sofia come CSKA, Levski e Dinamo, ma meno duri nell’opposizione rispetto ai rumeni.
Sto matrimonio s’ha da fare. Platini lo osteggia. Quella che era la ex Jugoslavia, invece, vuole rivivere vecchie sensazioni distrutte dalla guerra.