Idee per una performance coinvolgente – parte 2

Creato il 20 giugno 2013 da Annab

Ciao!

Ecco qua il seguito dell’articolo dedicato a come poter rendere speciale la nostra performance di gruppo. Qui trovi la prima parte: idee-per-una-performance-coinvolgente-parte-1, se non l’hai fatto magari leggila per mettere a fuoco il contesto e i primi punti.

E ti ricordo di nuovo i prossimi appuntamenti “live”:

- 23 giugno, San Giovanni in Persiceto, Festa dello sport
– 24 giugno, Bologna Parco Trombetti, A piedi nudi al parco
– 6 luglio, Decima, Sagra del cocomero
– 22 settembre, Bologna, Volontassociate

Bene, andiamo con l’articolo!

Espressione del volto
Oltre alle movenze del corpo, anche il volto esprime il sentimento della danza. Quindi l’espressione dello sguardo dovrebbe mostrare sensibilità alla musica che si sta danzando (ad esempio, sorrido o decido di restare seria?). Anche se non sto interpretando un vero e proprio Tarab, devo essere consapevole che il mio volto dice sempre qualcosa. A volte ci “dimentichiamo” di avere un viso, poi rivediamo le foto del saggio e ci mettiamo a piangere! Se solo avessimo prestato un po’ di attenzione durante le prove, non saremmo state immortalate con un’espressione al cui confronto la Lesula qui accanto (a proposito, non è un amore?) potrebbe sembrare una diplomata alla Paolo Grassi di Milano!

Aderenza tra stile e musica
E aggiungo anche abbigliamento…. Un pezzo con sonorità folk interpretato con atteggiamento, movenze e costume in stile sharqi potrebbe risultare snaturato, e non rendere giustizia al lavoro coreografico delle danzatrici. Non ne faccio tanto una questione filologica, in quanto ritengo che in questa danza risulterebbe una forzatura. Nel senso, certo sarà anche una danza di tradizione millenaria, ma ciò che conosciamo di essa deriva o è il frutto di rielaborazioni fatte nel Novecento!! Quindi ciò che alla fine conta è l’effetto finale. La mia scelta interpretativa funziona sì o no, è efficace oppure debole? Queste potrebbero essere domande utili per orientare la composizione coreografica. Inoltre penso che una ricerca di questo tipo costituisca uno stimolo per arricchire il proprio bagaglio espressivo e tecnico, in maniera tale da essere in grado di trasmettere emozioni e contenuti molto sfaccettati e differenti tra loro.

Presenza scenica
Sono in grado di attirare e mantenere costante l’attenzione del pubblico per tutta la durata della performance? Oppure succede come qui di fianco? Noooo. Ovviamente a noi questo non capiterà mai! Ma se mai dovessimo partecipare a uno spettacolo poco coinvolgente, quali sarebbero gli aggiustamenti da fare? Si può intervenire quanto meno su questi aspetti: varietà della sequenza coreografica, energia ed espressività, sguardo, tenuta del palco, lunghezza del brano musicale, ecc…. Personalmente la durata ideale di una coreo o improvvisazione sta tra i 3 e 4 minuti al massimo, e uno spettacolo di danza del ventre non dovrebbe durare più di 1 ora circa.

Gestione delle emozioni
Qui si apre un mondo, in ogni caso possiamo considerare un insieme di aspetti quali serenità e controllo durante la performance, capacità di concentrazione, tenuta della memoria, fino ad arrivare alla prontezza di riflessi utilissima per riprendersi da eventuali errori o dimenticanze improvvise.

Relazione col pubblico
Intanto posso giocare con le direzioni, uno strumento per me fondamentale per entrare in contatto col pubblico. Altro aspetto molto interessante, il cosiddetto sguardo “dentro” o sguardo “fuori”. Ovvero sguardo aperto e proiettato sullo spazio circostante, alla ricerca del contatto col pubblico, oppure sguardo velato, meditativo, interiore? Da decidere consapevolmente, in base alla musica, al tipo di coreo, alle emozioni che voglio trasmettere…

Finale
Bisogna saper chiudere il pezzo in maniera adeguata, e sapere anche prendere gli applausi. Oltre a entrare bene, infatti, bisogna anche sapere uscire bene dal palco!

Logistica
Ho lasciato per ultimo un aspetto che non ha attinenza diretta con la performance ma che può incidere moltissimo sulla sua buona riuscita. Mi riferisco a tutto l’apparato tecnico (audio, luci, palco, camerini ecc.) senza il quale qualsiasi spettacolo è di difficile per non dire impossibile realizzazione. Come riportavo nel primo articolo, non sempre questo aspetto è sotto il nostro totale controllo, soprattutto se l’evento cui si partecipa non è organizzato direttamente da noi (ad es. quando siamo ospiti di altri gruppi). In ogni caso, è fondamentale cercare di verificare bene tutto quanto prima dello spettacolo.  Più cose riusciamo a prevedere e definire in anticipo, meglio è!

E qua mi fermo…. Il mio elenco è esaustivo? Certamente no! Il successo di una performance dipende anche da altri fattori e poggia su equilibri molto sottili e sempre in evoluzione (anche nel corso della stessa esibizione). Però penso che se già lavorassimo su questi punti e riuscissimo a realizzarli al meglio, le nostre performance farebbero passi da gigante, o “salti quantici” come si usa dire in questo periodo.

E poi bisogna danzare… e danzare… e ancora danzare….


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