Idelfonso Nieri, II diavolo nel piatto

Da Paolorossi

Trovare il diavolo nel piatto o nel fiasco, secondo, vuol dire arrivare a tavola e trovare tutto finito e ripulito; non esserci insomma più nulla da mangiare o da bere. Ecco come dicono che è nata questa frase. C’era una volta un di quei soliti falsi romiti tutti gola e tutti pancia, che spesso spesso andava a far visita a un suo conoscente. Era una buona posta, perchè a qualunque ora capitasse, gli dava da mangiare; e per bere poi gli empiva una bella lucia, di quelle che ora si tengono per le cantine, sempre la solita, una buona dose di vino, perchè un boccale lo teneva sì come di sì, e forse anche qualcosina vantaggio. Questa lucia laggiù nel fondo, dalla parte di dentro, ci aveva un Gesuino dipinto; era fatto alla meglio e alla peggio, ma si riconosceva subito per un Gesù.  Il romito dunque s’attaccava alla bocca la lucia con certe succhiate da vero tedesco, e diceva tutto intenerito:
«Bone Jesu, quando te videbo!»

Fiasco di vino

E non c’era pericolo che passasse una volta senza che vedesse il fondo. Dagli oggi dagli domani, a quell’altro gli venne a noia di aver sempre lì quel buzzo sfondato e pensò come poteva fare per allontanarlo. E che ti stilla? Comprò un’altra lucia compagna, ma nel fondo ci fece dipingere un diavolo, un bruttissimo diavolo con tanto di corna, e la prima volta che ritornò il frate, invece di mettergli davanti quell’altra dal Gesuino, gli ci mise questa.

L’omo se ne andava giù giù beendo con certi occhi lustrenti, e diceva ogni po’ poino:
«O bone Jesu, quando te videbo! O bone Jesu, quando te videbo»
quando tutto a un tratto, invece di scoprire il Gesù, scoperse il diavolo!

Dice:
«Al buon Gesù un po’ gliene lasciavo, ma a te nulla! neanche un goccio!»
E l’asciugò come se uscisse allora di fornace.

Ci fece un bel guadagno quell’altro a mutar lucia!

( Idelfonso Nieri, II diavolo nel piatto, racconto tratto da “Cento racconti popolari lucchesi”, 1908 )