Idelfonso Nieri,   Un ladro scoperto

Da Paolorossi

Lucca – Foto tratta da “Come eravamo-Lucca” – Ed. Il Tirreno

Questa qui di Luicchio è bellina. Luicchio a’ suoi tempi è stato il più grosso birbante di tutto questo vicinato. A quello che dice la gente, e che si sa di positivo, ce ne ha tante sulla coscienza elle neanche il papa basterebbe a sgrumargli l’anima: ha tenuto mano ai ladri, ha tenuto mano ai figliuoli di famiglia perchè portassero via in casa, ha rubato lui anco l’osso del collo; manesco per il coltello che di niente infilzava un uomo; di donne non se ne ragiona; una bocca poi una bocca per tirar giù resie… e i giuramenti falsi li pigliava come bere un uovo. E ora che è vecchio, e casca a pezzi, brutto animale! sta per le chiese a giornate sane a biasciucar paternostri, e a nizzirsi lo stomaco a forza di pugni!

Com’ho detto dunque è stato sempre ladro più di Cacco, e se ha potuto ha rubato anco la pisside di sull’altare. Una volta era un inverno freddo che gelava l’acqua in camera, e la mattina presto a sputare per aria, arrivava in terra una pallottola di ghiaccio. Luicchio era a lavorare lassù all’Angelo dai frati, in coppaio; non so che lavoro facesse; e l’olio spariva e l’olio spariva. I frati s’insospettirono, gli entrò una pulce in un orecchio, tanto più che le nomine di quest’uomo eran com’erano, e lo cominciarono a posteggiare; gli stavano all’anima per chiapparcelo, ma non s’eran mai potuti accertar bene. Però una volta a uno di que’ più giovani gli parve d’averlo visto trafficare dintorno a una tinozza, o a un coppo che fosse, e gli parve di capire come stava l’alfabeto.

La sera Luicchio cenava lì in convento, e poi tornava sempre in coppaio a pigliare certi suoi arnesi che ce li lasciava apposta, e se ne veniva via. Anco quella sera andò al solito e ripassò a dare la buona notte, ma siccome l’avevan pedinato due dei più fini, quando ritornò di là, lo chiamarono che passasse in un’altra stanza dove c’era il caminetto acceso; e lui a scusarsi, a dire che era tardi, che non poteva, che a casa l’aspettavano; e i frati lì dintorno, tre o quattro, a volerlo trattenere; e lui pur no, e loro pur sì, lo misero in mezzo, e a forza lo portarono a sedere al caminetto, e butta su legna e fai gran fiamma. Luicchio era sulle punte d’ago. Dopo un momentino che era a quel vampone, gli cominciò a sudare la testa, e giù unto dalla berretta per la fronte e per il collo, grondava come una bruscola.

Il boia! Pigliava quei pezzi d’olio duro accagliato, li metteva nella berretta tra due foglie lì per lì finché era in convento, e quando era fuori era al sicuro. Ma i frati la san più lunga del Panattoni; a farla a un frate ehehèi! ce ne vuole! Ho paura che lassù in convento ridan sempre.Lui dette in bestia, ma c’era poco da imbestiare con quattro o cinque di que’ filistei addosso. Lo misero alla porta, e gli fecero baciare il chiavistello.

Fu più la paura che il danno, ma tanto una scossarella di pattoni se la leccò.

( Idelfonso Nieri, Un ladro scoperto, racconto tratto da “Cento racconti popolari lucchesi”, 1908 )


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