Idelfonso Nieri, Una scappellata giusta

Da Paolorossi

Viareggio – primi del 900 – una pariglia – Foto tratta da “Come eravamo-Lucca” – Ed. Il Tirreno

C’era dalle mie parti un riccone, ricco sfondato; era un pidocchiaccio riunto, ma o di riffe o di raffe aveva fatto i quattrini a cappellate e passava da signore e tutti gli davan del signore.

Era pien di superbia e d’angherie, che quando guardava la gente, pareva che la guardasse per compassione.

Un giorno passava da una via in carrozza; era una carrozza di quelle alte e guidava lui una pariglia di cavalli storni brinati, belli, proprio una bellezza.

Drea era là da un lato, e subbito che l’ebbe scorto a una distanza di qui là, fece una gran riverenza e una scappellata che parve un’adorazione.

Meino lo vide e dice:
«A chi te lo sei levo il cappello? A chi l’hai fatta la riverenza? A quel ludro lì? A quel mangiaprossimo lì?»
«Che! neanco per idea».
«O allora?»
«L’ho fatta ai cavalli; che se non ci eran loro, toccava a noi a tirargli la carrozza a quel maialone!»

( Idelfonso Nieri, Una scappellata giusta, tratto da “Cento racconti popolari lucchesi”, 1908 )