Identità digitale, lavoro freelance e aziende: la parola a Cristiano Nordio

Da Twagomagazine @lorenzomonfreg

Oggi diamo la parola a Cristiano Nordio, esperto di marketing e comunicazione, fondatore di [4]marketing. Cristiano risponde alle nostre domande e ci spiega quali sono i cambiamenti e le caratteristiche principali delle aziende nell’era 2.0, quali le nuove figure professionali dell’era digitale.

Il volto delle aziende sta cambiando, si delinea sempre di più anche per loro quella che possiamo definire una “identità digitale”, tecnologia e comunicazione hanno un ruolo sempre maggiore per le imprese sia per quello che riguarda il rapporto con i clienti che la definizione della loro “brand identity”. In questo senso, in che direzione vedi muoversi le imprese?

L’identità digitale dell’impresa sta assumendo un’importanza sempre più evidente. Tuttavia per non trasformare un’opportunità in una minaccia è richiesta coerenza e trasparenza. Le imprese ancora oggi vedono nella maggior parte dei casi i social media come uno strumento tradizionale. Sono più interessati al numero di like e ai fan che alla reale interazione con clienti potenziali ed effettivi. La brand identity può sicuramente essere rafforzata attraverso l’identità digitale ma questo richiede una presenza costante e una strategia. Cosa ho detto? Ah sì, strategia. Ritorniamo sempre lì! Senza strategia non si va da nessuna parte. Attenzione parlo di strategia non di pianificazione. La prima è necessaria, la seconda quasi impossibile.

Credo che le imprese si siano fatte traviare e in parte abbiano trovato comodo illudersi che il marketing fosse delegabile ad uno strumento. Forse ha ragione Kotler, il Paese ha dimenticato cosa sia il Marketing, peccato che oggi giorno senza una struttura mentale orientata al marketing si faccia poca strada. Non parlo di funzioni, reparti, o addetti ma di un’attitudine che deve partire da ogni singolo dipendente.

Quali sono le nuove figure professionali che si stanno affacciando in questo panorama secondo te? In particolare, quale diresti è il ruolo del professionista freelance oggi nel panorama che si sta delineando di un legame sempre più stretto tra imprese e web?

Parlare di figure professionali non credo abbia più senso. Aveva senso per i nostri genitori. Oggi ha più senso parlare di competenze e capacità di apprendere. Secondo una recente ricerca cambieremo la base di competenze e conoscenze necessarie per il nostro lavoro tra le 3 e le 4 volte in una vita lavorativa. Le professioni diciamo si sono fatte più eteree o per usare una espressione di moda liquide.

Chi riuscirà ad emergere nel nuovo panorama come freelance, tralasciando situazioni strutturali legate a rendite di posizione o di storia, sarà chi riuscirà ad integrare in modo semi artigianale conoscenze classiche aziendali di strategia, nuove conoscenze tecniche riguardo il web ed esigenze dell’impresa.

Il web non può e non deve essere visto come un mero canale di vendita o di comunicazione, il web oggi è e in futuro sarà sempre di più una nervatura dell’impresa capace di essere una piattaforma di vendita, formazione, brand advocacy, …

In tal senso, credo che il singolo freelance possa sempre meno fornire la totalità delle risposte. Per questo ho, in prima persona, fatto un passo verso la creazione di una rete di persone capaci di collaborare oltre la logica cliente/fornitore. In FrogMarketing ognuno di noi si muove conscio delle proprie conoscenze e di come queste si integrano con quelle dei colleghi. Il futuro dei freelance sarà, quindi, secondo me, quello di trovare domande e problemi all’interno dell’azienda cercando di fornire risposte sempre in ambito strategico in un’ottica più di coach che di consulente.

L’imprenditore dell’era 2.0 su cosa dovrebbe puntare il successo del proprio business e investire? Quali sono i cambiamenti che non può ignorare e in che modo deve necessariamente svecchiarsi per non restare indietro?

L’imprenditore dell’era 2.0 credo non debba dimenticarsi delle basi imprenditoriali di ogni impresa. Il 2.0 non ha rivoluzionato le basi ma ha aggiunto una dimensione prima ignorata e ignorabile: la relazione con i clienti potenziali e attuali.

La risposta su che cosa dovrebbe puntare è impossibile da dare. Non esistono più né approcci “one size fits all” né “best solution” esistono solo singoli problemi e singole soluzioni. Diciamo che deve partire dalla conoscenza e dalla curiosità. Questo vale per tutti imprenditori, dipendenti e, soprattutto, freelance! Bisogna avere fame di conoscenza. Inoltre, oggigiorno non si può prescindere dal comunicare chi siamo e cosa facciamo e come lo facciamo. Non basta più fare bene. Bisogna farci conoscere dal nostro cliente, emozionarlo, coinvolgerlo e parlargli. Infine, non dimentichiamoci una cosa, ogni azienda è fatta di uomini. In un mondo in cui le tecnologie sono sempre più ubique e standardizzate, la differenza la fa ogni singolo dipendente ogni singolo giorno. L’imprenditore 2.0 deve quindi anche imparare a valorizzare le risorse umane stimolandole e creando un clima aziendale positivo e creativo.

I cambiamenti da non ignorare sono i cambiamenti! Non è un gioco di parole, in un mondo che cambia in continuazione il primo passo è ricordarsi tutti i giorni che il mondo sta cambiando. La rivoluzione più grande per lo svecchiamento è accettare e vivere il cambiamento come parte della vita imprenditoriale.

Ringraziamo Cristiano Per avere rilasciato questa interessante testimonianza.

Intervista svolta da Roberta Martucci Schiavi


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