Il prototipo attuale EPFL è completamente autonomo e utilizza elettroni stimolati dalla luce per rompere le molecole di acqua e riformare i pezzi risultanti in ossigeno e idrogeno. Ciò si ottiene con un doppio sistema di lavoro in tandem: una base di ossido come semiconduttore esegue la reazione per l'evoluzione dell'ossigeno, mentre un colorante sensibilizzato in una cella libera l'idrogeno.
Come già detto, il semiconduttore usato nella nuova ricerca dell'EPFL fa uso di ossido di ferro. Tuttavia, questo ossido è un po' più complesso della ruggine che è il flagello per le automobili, infatti è stato trattato con uno strato di ossido di alluminio ed ossido di cobalto dello spessore di pochi nanometri, entrambi sono di facile applicazione, ed aumentano le proprietà elettrochimiche della ruggine in maniera significativa.
In questa fase iniziale dello sviluppo, le prestazioni del dispositivo basato sulla ruggine è ancora relativamente inefficiente, il che lo rende impraticabile per un utilizzo di massa. Tuttavia i ricercatori prevedono che in futuro la tecnologia sarà in grado di raggiungere un rendimento del 16 per cento, pur rimanendo accessibile a costi contenuti.