IDV, Mori: Limite obbligatorio di due mandati per ogni carica istituzionale

Creato il 09 aprile 2013 da Yellowflate @yellowflate

«Fare il politico con incarichi sostanziosamente retribuiti non può essere una professione che dura tutta la vita: questo vale a livello nazionale ma anche a livello locale». Lo afferma la coordinatrice Donne Idv di Cagliari Tiziana Mori. «I nomi dei papabili al Quirinale, su cui si discute in questi giorni, riportano all’attenzione anche in Sardegna il tanto sbandierato limite dei due mandati elettorali. Il problema degli incarichi o ruoli politici da ricoprire – continua Mori – non può però essere risolto solo con il sacrosanto rinnovamento a favore dei giovani. Bisogna anche guardare il tempo trascorso a fare politica, requisito che va oltre l’aspetto del ricambio generazionale. In Sardegna, come nel resto d’Italia, ci sono politici che a trent’anni anni ha già ricoperto due o tre incarichi politici retribuiti. Perché il ricambio sia effettivo anche questi devono passare il testimone ad altri, con una “rotazione” negli incarichi, consentendo così a tutti di fare esperienza politica. Ora più che mai i cittadini pretendono risposte ed esigono esempi – afferma Mori – e rispettare il loro volere significa anche dare una bella sfoltita al cosiddetto “sottobosco politico”, cioè a quegli incarichi di sottogoverno tradizionalmente affidati a chi per anni è stato in politica. Se vogliamo rifondare il sistema politico – continua l’esponente dipietrista – oltre a mandare ovviamente a casa i cattivi politici che hanno fallito bisogna rendere obbligatorio a tutti i livelli il limite dei due mandati elettorali. Ovviamente a livello nazionale il primo passo del nuovo parlamento dovrà essere l’abrogazione del “porcellum”, perché sia restituito finalmente ai cittadini il sacrosanto potere di scelta dei propri rappresentanti. A livello regionale auspichiamo una legge elettorale giusta in cui sia garantita alle donne la pari opportunità di accedere alle cariche pubbliche (anche tramite l’istituzione della doppia preferenza di genere). Ma è soprattutto necessario un profondo mutamento culturale, in Italia come in Sardegna, tra gli uomini come tra le donne: il requisito fondamentale per poter rappresentare i cittadini in qualsiasi sede istituzionale deve tornare ad essere la competenza. Questa non ha limiti generazionali ma è esclusivamente una questione di testa».


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