li riassumo così i brutti momenti di ieri, quello che ho sentito è qualcosa di grande-potente che non potevo fermare e non potevo nemmeno stare lì, al quarto piano, che ieri ho capito, in quel momento, non ci sono ancora abituata, in fondo è stare sospesi in aria, non avere la terra sotto i piedi..
e non potevo lasciare Nerone e nemmeno trascurare quelle poche cose che sono necessarie...
sono stata brava, me lo dico da sola è vero...
siamo scesi di corsa, con le scarpe slacciate,senza rossetto (si ammetto che mentre correvo per le scale ho pensato anche a questo) per fortuna qui fuori c'è il parcheggio della stazione, confinato tra strada e binari, posto sicuro..
in macchina ad ascoltare la radio, con Nerone nella gabbietta verde che faceva troppo tenerezza e le scosse di assestamento a cui cercavamo di non credere...
pensate tante cose,ai miei genitori che non potevo chiamare per via delle linee telefoniche intasate o interrotte, all'Emilia, a Parma, a io che sarebbe stato ridicolo se morivo a Pescia, alla Torre di Pisa
ma soprattutto all'Abruzzo..
alle tante ingiustizie che quella terra ferita ha subito, prese di giro, militarizzazione, speculazione edilizia, rabbia...tra l'indifferenza generale, ma potevamo essere anche noi così..
e per fortuna, malgrado una notte tutt'altro che tranquilla, sono qui, siamo qui ancora tutti interi...
Epicentro in Garfagnana, già ferita nel corso della storia recente...
credo che per un po' rinuncerò ai lunghi bagni rilassanti nella vasca, all'impacco ai capelli e alla maschera di "bellezza", andrò di fretta e terrò a portata di mano la gabbietta di Nerone, il cappotto e le scarpe da ginnastica...